Al triplice fischio è arrivato anche qualche mormorio dalle tribune, l'Italia non è andata oltre l'1 a 1 con l'Ucraina, anzi, dopo aver subito il pareggio ha rischiato più di perderla che di vincerla. Non tutto è da buttare.

Fino al sessantesimo si è vista una bella squadra, che ha provato a giocare, ha creato occasioni, ma è passata in vantaggio soltanto grazie ad un erroraccio del portiere. Nota più lieta, Barella: il giovane centrocampista del Cagliari ha personalità e può essere in quel reparto una pedina fondamentale per il futuro. In questo periodo va tutto male agli uomini di Mancini. Al primo vero tiro in porta l'Ucraina trova il pareggio e da lì in poi non c'è più la reazione. Come un pugile suonato l'Italia accusa il colpo e rischia di capitolare, salvata dalla traversa.

Partendo dal basso allora, Donnarumma è stato ordinato. Incolpevole sul gol, ben posizionato in più occasioni, sarebbe stato autore di un grave errore sulla punizione di Malinowski, per sua fortuna ci ha pensato la traversa a respingere la conclusione. Per la difesa va bene il discorso su tutta la squadra, bene fino al sessantesimo, poi è andata in confusione. A centrocampo Barella è stato il migliore, Verratti e Jorginho hanno passato la maggior parte dell'incontro scambiandosi il pallone tra di loro, i piedi buoni ci sono, sarebbe stata utile qualche verticalizzazione in più. In attacco il tridente leggero ha convinto, forse la prossima volta il miglior falso nueve potrebbe essere Bernardeschi, più forte fisicamente.

Il giudizio alla fine parrebbe positivo, ma allora perché non è arrivata la vittoria? Cosa manca? È presto detto: la mentalità, il passaggio a grande squadra avverrà quando alle difficoltà si risponderà con una forte reazione. C'è dell'altro però: in sei partite della nuova gestione Mancini, l'unica vittoria è arrivata per 2 a 1 contro l'Arabia Saudita. Vuol dire che l'Italia ha sempre subito un gol, e a parte in quell'occasione, non ha mai segnato più di un gol. Servirebbe qualche clean sheet in più e più prolificità in attacco. Domenica c'è la Polonia e, se si vuole evitare lo smacco di retrocedere nella lega B della Nations League, servono i tre punti.