Dal flop mondiale ad un iniziale flop di Uefa Nations League. Dopo il pareggio contro la Polonia, che può e deve recriminare qualcosa, arriva la sconfitta meritata contro il Portogallo campione d'Europa ed orfano di Cristiano Ronaldo, rimasto a Torino per allenarsi e trovare la forma migliore. Mancini schiera un obsoleto e forse anche "venturiano" 4-4-2 dando la titolarità a colui che aveva danto verve all'Italia contro la Polonia: Federico Chiesa. Purtroppo però il copione delle ultime partite non è cambiato ed il Portogallo è stato padrone del campo per buoni ottanta minuti. Solamente un modulo d'attacco totale ha dato qualche buon spunto propositivo ma ormai era troppo tardi. Senza contare il fatto che l'Italia non si è mai resa pericolosa.
Jorginho in cabina di regia non riesce a funzionare, soprattutto se non affiancato da un centrocampista muscolare a protezione. Sterili i recuperi di Gagliardini che dopo l'esclusione dalla lista UEFA sembra in parabola discendente. Sembra ormai appurato che l'interesse di Roberto Mancini per questa competizione sia pari allo zero e che questa venga vista più come un momento per sperimentare nuovi volti e moduli. Non è un caso che dalla Polonia al Portogallo siano stati cambiati ben nove undicesimi di rosa titolare con modulo annesso. Escludendo la vittoria sofferta contro l'Arabia Saudita, in un'amichevole di poco conto, l'Italia non vince e, dato ancor più preoccupante, non segna. Al di fuori del gol di Jorginho su calcio di rigore, si fatica moltissimo a costruire una manovra d'attacco che riesca a mandare in gol gli attaccanti.
Proprio l'attacco è sotto la lente d'ingrandimento. I nomi di Immobile, Belotti, Zaza, Chiesa, Bernardeschi e Berardi (per citare i presenti) portano con loro numeri di tutto rispetto. Numeri che però non riescono ad incidere con la maglia azzurra. Zaza ci mette tanta grinta ma non basta. Rui Patricio è stato praticamente inoperoso per novanta minuti, a differenza del suo collega Donnarumma che ha tolto le castagne dal fuoco per più di una volta, anche con l'aiuto del montante. Nulla ha potuto contro André Silva. Paradossale se si pensa che l'attaccante portoghese ha faticato moltissimo contro le difese italiane. L'Italia continua ad apparire lenta e prevedibile, orfana di un mediano che sappia dettare i ritmi di gioco e che sappia agire velocemente nei contropiedi. Una squadra affannata che fatica a ragionare con la testa ancor prima che con i piedi. C'è tanto da lavorare per questa Italia e la qualificazione per l'Europeo itinerante sembra essere ancora fin troppo lontana.