La Lazio è una realtà consolidata al vertice della massima serie. Lo è da tempo, da quando è iniziata, nella capitale, l'era Simone Inzaghi. Allenatore giovane, con idee e carattere. Un tecnico in grado di assorbire le decisioni societarie, di mantenere un profilo alto nonostante una disponibilità economica ovviamente limitata. Si parla, a tal proposito, di una partenza a giugno di Milinkovic Savic, fiore all'occhiello dell'attuale corso. Da valutare, poi, la situazione De Vrij. Rinnovo imminente, ma non ancora ufficiale. Inzaghi sfrutta al massimo l'organico a disposizione, senza cedere ad alibi di sorta. Dopo il recupero infrasettimanale con l'Udinese - attenta gestione dello sforzo, qualche minimo ritocco nell'undici - ecco la partitissima di San Siro, contro il Milan targato Gattuso.
Nella lotta a tre che coinvolge anche Inter e Roma, la Lazio parte da una posizione di vantaggio, frutto dei recenti risultati e del momento attuale. Mentre nerazzurri e giallorossi annaspano, i biancocelesti procedono a passo spedito, senza alcuna titubanza. Inzaghi, per il match di Milano, in programma domani alle 18, ha sostanzialmente tutti a disposizione, ma deve prestare attenzione a diversi fattori. Leiva, Lulic e Milinkovic sono a rischio squalifica, Immobile è con il gruppo, ma non certo al meglio. L'attaccante della nazionale "rischia" la panchina, possibile un attacco leggero, con Nani da prima punta e Luis Alberto, risparmiato al via con l'Udinese, da trequartista. In questo contesto si inserisce anche Felipe Anderson. Il brasiliano è l'alternativa al portoghese nella scacchiera di Inzaghi, ha passo e dribbling, può togliere riferimenti alla coppia Romagnoli - Bonucci.
Lulic e Marusic sono i due esterni nella mediana a cinque, con Lucas Leiva in cabina di regia. Parolo è il punto d'equilibrio, Milinkovic il carroarmato per sfondare la resistenza rossonera. Il pacchetto arretrato è composto da De Vrij, il perno, Radu e Bastos, con Strakosha tra i pali.