Soluzione low-cost e d'emergenza sì, ma giocatore di basso livello no. L'Inter ha scelto Lisandro Lopez per evitare ulteriori problemi nel pacchetto arretrato, ma certamente non ha preso un giocatore qualunque: l'argentino, classe 1989, potrà portare in dote in questi sei mesi alla corte di Luciano Spalletti il suo imponente fisico e un'esperienza internazionale non indifferente; poi, per il futuro, se ne parlerà a giugno. Oggi è stato il giorno della sua presentazione ufficiale e il difensore, secondo quanto riportato dal sito ufficiale del Biscione, ha voluto raccontare la sua felicità così: "Sono rimasto molto contento della chiamata dell'Inter, è accaduto tutto molto in fretta e per me è un sogno diventato realtà: essere all'Inter per me significa molto. Questo è un club in cui i bambini sognano di giocare, ringrazio Dio per questa opportunità. Voglio aiutare la squadra a raggiungere il nostro obiettivo, vogliamo qualificarci per la prossima Champions League".

I primi giorni sono sempre quelli più complicati per un nuovo acquisto, che si deve ancora adattare al gruppo e, in questo caso, anche alla Serie A. Non sembra avere di questi problemi il nuovo numero due, che si dice soddisfatto di ciò che ha trovato alla Pinetina sotto questo aspetto: "Sono molto soddisfatto di questi primi giorni all'Inter, tutti i miei compagni sono ragazzi molto umili, ho trovato un bellissimo gruppo. Qui all'Inter posso portare la mia esperienza, sono qui per aiutare e per dare una spinta in più. Nel mio ruolo ci sono già calciatori eccellenti come Miranda e Skriniar, che mi hanno accolto molto bene e per questo li ringrazio. Io sono pronto per giocare anche subito, poi deciderà il mister". E ancora, a proposito del mister... "Mi ha fatto una buona impressione, è un allenatore bravo, serio, che lavora molto sotto il profilo tattico".

A proposito della scelta della casacca, è stata abbastanza naturale per il centrale sudamericano, che l'ha voluta spiegare così: "Ho scelto il numero 2 perché è un numero che ho da molti anni, mi ha sempre portato bene: qui all'Inter lo hanno indossato giocatori importanti come Bergomi e Cordoba, spero di far bene come loro".

Le caratteristiche tecniche di un neo-arrivato, aspettando il campo, ovviamente interessano molto ai tifosi, ma più in generale a tutti i media. Il sudamericano sicuramente si vende bene, perlomeno ai microfoni, e sceglie forse ancora meglio i propri idoli: "Posso giocare sia in una difesa a 3, sia in una difesa a 4 e se necessario mi adatto tranquillamente anche come terzino. Mi considero un giocatore rapido, mi piace avere la palla tra i piedi, sono forte nel gioco aereo e ho un buon rapporto col gol. Sin da piccolo ho avuto due grandi idoli: uno è Walter Samuel, un vero pilastro della difesa, dotato di grinta e spirito sacrificio, e l'altro è Martin Demichelis".

Si diceva prima dell'esperienza internazionale, che l'ormai ex Benfica racconta scegliendo, da bravo argentino, Leo Messi come avversario più duro mai sfidato: "Ho marcato giocatori come Messi, Cristiano Ronaldo e Neymar, ma credo che Messi sia il migliore di tutti. Qui ho trovato Mauro Icardi, in questi pochi allenamenti mi sono già reso conto del suo valore, inoltre mi ha dato il benvenuto qui e mi sta aiutando ad ambientarmi al meglio".

Proprio nella sua esperienza nella capitale portoghese, el Lichi ha avuto modo di avere a che fare con uno dei pilastri della storia nerazzurra: "Julio Cesar è per me un grande amico, dentro e fuori dal campo, mi ha aiutato tantissimo in Portogallo dandomi molti consigli. E' un fenomeno, uno dei migliori giocatori che abbia mai conosciuto". Più in generale l'Inter del 2010 è ricordata come "Una squadra molto forte, formata da un grande gruppo di giocatori che ha raggiunto traguardi incredibili".

Infine, una classica chiosa sul soprannome per il 28enne, che dice qualcosa anche sulle squadre in cui il nomignolo è nato: "Il mio soprannome è Lichi, è molto comune dalle mie parti. In Argentina continuo a seguire le due squadre in cui ho giocato, l'Arsenal di Sarandì e il Chacarita Juniors".