È uno dei pochi intoccabili della Fiorentina targata Stefano Pioli. Un inizio di stagione complicato, poi, trovata la quadra, le cose hanno cominciato a funzionare, ma non c’è tempo per abbassare la guardia. Giovanni Simeone si gioca l’anno della consacrazione in Serie A con la maglia viola: 11 presenze, tutte da titolare, con 3 goal e 3 assist finora. Nell’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, il Cholito ha l’occasione di raccontarsi,non solo per quello che si vede in campo, ma anche fuori: “Il libro che mi rappresenta meglio è “L’Alchimista” di Paulo Coelho. Me l’ha regalato zia Natalia, la sorella di mio padre. Lei è un avvocato, ma soprattutto è la persona forte della famiglia, quella con la quale tutti si confrontano per prendere le decisioni. È lei che fin da piccolo mi ha instradato alla lettura. Ho cominciato e non mi sono più fermato. Lo stesso è avvenuto con questo libro, che lascia dentro valori importanti. Il primo è che tutto nella vita ha un senso e, alla fine, è più importante il cammino della meta”.
Un libro profondo ed introspettivo, che lo ha spinto a cambiare radicalmente: “Credo nel potere dell’energia positiva. Inoltre pratico la meditazione tutti i giorni perché dallo scorso anno sono diventato buddhista, ma ai compagni non lo dico perché ho paura che un po’ mi prendano in giro”. Buddhista, come un altro grandissimo che ha vestito la maglia della Fiorentina, Roberto Baggio: “Non lo sapevo, però mi fa piacere. A casa mia ho una statua del Buddha e mi sono tatuato anche uno dei suoi simboli sulla gamba”.
C’è un altro grande giocatore del passato – con esperienza anche in Serie A – molto legato a Giovanni, cioè il padre Diego Pablo Simeone: “Abbiamo un ottimo rapporto e trovo che non sia casuale il fatto di essere arrivati in Italia alla stessa età, a 20 anni. Solo che io ero più informato. Lui credeva che in estate fosse freddo come in Argentina ed era sbarcato con sciarpa, maglione, per poi scoprire che si moriva di caldo”. Da allenatore, il suo stile è diventata una filosofia: “È vero, ma papà non lo vedo come un creatore di una filosofia per tanti: è una filosofia che lascia a suo figlio, così come io lo trasmetterò ai miei. I calciatori che allena ne hanno solo approfittato per crescere”.
Simeone senior ha giocato anche nel Pisa, ma le esperienze più significative sono state con l’Inter e con la Lazio: “Lui si è trovato bene sia a Milano che a Roma. Io invece ho un brutto ricordo della scuola a Milano. Ero piccolo e mi mandavano in un istituto di suore molto severe. Se facevo il cattivo, non potevo giocare e mi mettevano a disegnare, se mi comportavo bene mi davano una moneta di cioccolato. Non mi piaceva, forse per questo avevo tanta voglia di andare subito a scuola. Chiesi a mamma di entrare a 5 anni. Feci un esame e lo passai. Ero bravo, volevo studiare e fare l’astronomo”.
Restando in tema di attaccanti invece, in passato a Firenze il bomber per eccellenza è stato un altro argentino, Gabriel Omar Batistuta: “Me ne parlano sempre. Tutti lo hanno conosciuto e gli sono stati amici. Mi piace, è bello sapere che hanno fiducia negli argentini. Mio padre racconta che era un animale dell’area. Ho visto tante volte i suoi gol su YouTube: spaccava le porte. Sarebbe bello fare la storia in viola come lui”. In Italia attualmente ci sono diversi centravanti di altissimo livello: “Il migliore per me è Icardi. Ma anche Immobile, Dzeko e Higuaìn sono fortissimi”, mentre il suo modello “Falcao, ma mi piacciono anche Suarez e Morata”.
Ora per la Fiorentina c’è la Roma, che potrebbe contribuire all’eliminazione dalla Champions League dell’Atletico Madrid: “I giallorossi stanno molto bene, lo si è visto col Chelsea. Per l’Atletico le gare di Londra e Madrid saranno decisive. Sarebbe un brutto colpo essere eliminati, ma papà può ancora farcela”.
Infine, il sogno: “Penso spesso a giocare nella nazionale con mio padre allenatore. Sarebbe difficile più per me che per lui. Ma accetterei la sfida per un motivo: sarei guidato da uno degli allenatori più bravi del mondo”.