Il 2017 rischia di diventare un anno nostalgico e buio per coloro che hanno fatto la storia del campionato Italiano e del calcio in generale. Dopo l'addio di Totti e quello annunciato da Pirlo, qualche giorno fa, adesso anche Kakà è pronto ad appendere le scarpe al chiodo a 35 anni e dopo una carriera costellata da innumerevoli trofei e prodezze. Il fuoriclasse brasiliano ha rilasciato un'intervista a Globo Esporte manifestando tutti i suoi sentimenti e dolori al termine di ogni singola partita: "Giocare non è più un piacere per me, ha dichiarato il brasiliano, perché provo un sacco di dolore quando finisco una partita: non è più come prima".
L'ex stella del Milan poi prosegue: "Gioca oggi, gioca di nuovo domani... Ho 35 anni, mi serve più tempo per recuperare e ho un ritmo diverso rispetto al passato. Sento che sta arrivando il momento di ritirarmi". Uscire di scena nel calcio giocato ma voglia di rimanere all'interno di questo mondo seguendo il modello di Zinedine Zidane: "Resterò nel mondo del calcio, fare quello che ha fatto Zizou è stata una buona idea. Fermarsi per un po’, fare corsi per diventare allenatore e partire dalla serie più basse. Vorrei fare anch'io la stessa cosa". Kakà al momento è in forza all'Orlando City nella Major League Soccer ma presto, come dichiarato da lui stesso, potrebbe presto svestire i panni da calciatore.
Una carriera di gioie immense, dolori e anche qualche sbaglio che però non gli ha impedito di di rientrare in quella cerchia ristretta di giocatori che tutti si ricorderanno per sempre. La giovinezza a San Paolo e lo sbarco al Milan a ventuno anni: una storia d'amore durata sette anni (non consecutivi) che ha portato il brasiliano a vincere ogni cosa con 307 presenze e 104 reti con la maglia rossonera. Poi l'avventura di Madrid, forse, da dimenticare per ciò che tutti si aspettavano: quattro stagioni in chiaroscuro con 120 presenze e 29 gol. Poi l'ultimo anno al Milan, il ritorno al San Paolo e l'avventura negli Stati Uniti. Con la Nazionale Brasiliana vanta 90 presenze e 29 reti con il Mondiale del 2002 vinto e due Confederations Cup. Il calcio sta per salutare uno dei massimi interpreti dell'era moderna.