Un anno fa, più o meno di questi tempi, in casa Milan ci si interrogava sul reale valore di Suso. I sei mesi in prestito al Genoa erano andati bene, ma per lo spagnolo arrivava il momento di far vedere anche in rossonero quei segnali lasciati intravedere con la maglia del Grifone. A distanza di dodici mesi, o poco più, Montella e il Milan non possono più fare a meno di lui, che con le sue prestazioni si è anche guadagnato il ritorno in Nazionale.
Con il Cagliari Suso ha giocato ancora una volta una partita in cui è stato decisivo e determinante per il Milan. Pochi minuti e Conti lo serve al meglio sulla profondità, con lo spagnolo che taglia alle spalle del terzino del Cagliari. Con imprudenza, nessuno arriva a raddoppiarlo e allora Suso fa la sua classica giocata, quella che tutti conoscono e sanno che farà in campo, ma che poche volte si riesce a fermare. Tutto di sinistro, rientro improvviso verso il centro del campo e pallone messo sul secondo palo, con una traiettoria maligna fra portiere e difensore che non permette a nessuno del Cagliari di intervenire. Cutrone ringrazia e segna. Anche nei momenti di difficoltà della squadra rossonera, lo spagnolo è spesso cercato dai compagni, anche a costo di dargli in gestione palloni complicati, magari spalle alla porta e con un paio di avversari addosso di cui doversi liberare. Segnale evidente di una leadership tecnica immutata rispetto alla scorsa stagione.
Ribadita, se ancora ce ne fosse bisogno, dal calcio di punizione che inchioda Cragno all'angolino e regala al Milan tre punti tanto importanti quanto sofferti, contro un Cagliari che ha lasciato buonissime impressioni a San Siro. Un San Siro rinnovato nel pubblico, numeroso anche se per una gara di fine agosto e contro una medio-piccola del nostro campionato, e rinnovato anche in tanti protagonisti che sono scesi in campo per la prima volta in campionato nella casa del Diavolo. Da ultimo quel Nikola Kalinic voluto con così tanta forza e insistenza da Vincenzo Montella per arricchire il parco attaccanti del Milan. In tutto questo nuovo, dalla scorsa stagione continua a rimanere la certezza che Suso è un giocatore difficilmente sostituibile per questa squadra. La qualità media è aumentata in ogni zona del campo, ma proprio per questo lo spagnolo non può che esaltarsi ulteriormente, avendo la possibilità di dialogare con compagni calcisticamente più vicini alle proprie caratteristiche. Tra vecchio e nuovo Milan, insomma, tante differenze, ma anche un Suso in comune di cui non si può fare a meno.