"In questi due giorni abbiamo letto di tutto. Smentisco categoricamente che Keita si sia tirato indietro o che avesse problemi muscolari (come lui stesso, peraltro, ha chiarito dopo aver saputo dell'esclusione). Anzi, si è allenato sempre con impegno, preparandosi alla partita come al solito (e la sua preparazione tutti la conoscono, visto che l'anno scorso, giocando scampoli di partite, ha fatto 16 gol). La verità è sotto gli occhi di tutti: a Keita la Società non ha fatto un'offerta di rinnovo contrattuale adeguata e non l'ha convocato per la prima partita importante della stagione. Non dico che non ha giocato, non è stato neppure convocato. Evidentemente la Società non intende investire sul giocatore".
Prosegue, via social, la querelle tra Keita e la Lazio. A prendere parola è il procuratore, Roberto Calenda, che lancia precise accuse alla società. Calenda sottolinea il mancato rinnovo e torna sull'esclusione nel primo match ufficiale di stagione, quello contro la Juventus. In Supercoppa, una rinuncia pesante, soprattutto in virtù dell'assenza per problemi fisici di Felipe Anderson. Un rifiuto totale, una non convocazione per "firmare" a chiare lettere il pensiero dei piani alti e del tecnico.
Keita resta in bilico, probabile la partenza prima del termine del mercato. Lotito non chiude la porta, anzi ribadisce la disponibilità a trattare, manca però l'accordo sulla base d'avvio. Il presidente biancoceleste chiede 30 milioni di euro, forte di altre offerte pervenute nella capitale, mentre la Juventus oscilla tra i 15 e i 20, sfruttando la volontà del ragazzo e i rapporti critici con il club. Al momento, lo stallo prosegue, perché nonostante la scadenza del contratto nel 2018, Lotito non intende fare sconti. Scorza dura, poco incline al compromesso.
Le stoccate a distanza non producono quindi effetto. Le parole di Calenda confermano di fatto quelle di Keita, giunte subito dopo il successo laziale, ma non segnano un punto di volta nell'operazione.
Questo il messaggio di Keita, sempre via twitter