Joao Mario sembra essere finito con prepotenza nel mirino del Paris Saint Germain di Unai Emery. Spalletti, però, sembra essere convinto di poter puntare con decisione sul centrocampista portoghese, protagonista di una prima stagione italiana fatti di alti e bassi. E' lo stesso Joao Mario, però, in un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, a promettere di poter migliorare, e non di poco, il livello delle proprie prestazioni.
"Non sono ancora al 100%, ho soltanto iniziato bene. Posso dare e fare molto di più. Ho dovuto saltare la Confederations per un problema al polpaccio. Mi è spiaciuto, ma col senno di poi quei giorni di riposo mi hanno fatto un gran bene. La 10? Mi responsabilizza, è una maglia speciale, soprattutto in questo club. Poi è chiaro che quello che faccio in campo non è determinato dal numero", spiega il portoghese che poi torna sullo scorso campionato: "Non credo sia ripetibile. Quando si inizia male poi è durissima invertire la rotta. Pioli è un bravo tecnico, ma anche facendo dieci vittorie di fila non riuscivamo a recuperare punti rispetto alle prime tre, vedevamo l’obiettivo Champions comunque lontanissimo e questo in qualche modo ci ha condizionato. Quella partenza ci ha spezzato le gambe".
Nella prossima stagione la sfida con il Milan potrebbe essere ancora più accesa alla luce del mercato portato avanti dai rossoneri: "Il Milan più forte? Se vogliamo essere competitivi non possiamo fare questi ragionamenti e dobbiamo affrontare i più forti. Come fatto con Bayern e Chelsea. La sera che siamo stati con i vertici di Suning, a cena a casa del “capo” il Milan ha battuto il Bayern. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo sentito un senso di sfida, una responsabilità in più". Si parla infine dell'obiettivo per l'Inter nel prossimo campionato: "Dobbiamo tornare in Champions e poi sarà più facile aumentare la qualità della rosa. Abbiamo chiaro l’obiettivo, ma strada facendo mi piace pensare che potremo salire più in alto. Scudetto? No, non ha senso parlare di primo posto. La Juve è la favorita, il Napoli e la Roma giocano insieme da anni e hanno grande tranquillità. Poi c’è il Milan, che ha cambiato molto".