Il 2 agosto 2002 viene decretato il fallimento dell'AC Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori. E' l'ultimo atto di un declino progressivo che aveva portato alla vendita dei pezzi pregiati della squadra con cui Giovanni Trapattoni era stato in testa al campionato 1998-1999. Poi un passo indietro dopo l'altro: la retrocessione in Serie B sul campo al termine della stagione 2001-2002 ed il decreto fallimentare pronunciato dal tribunale.
Firenze è senza squadra. Come una qualsiasi cittadina di provincia che non ha i soldi sufficienti per iscriversi al campionato di Prima o Seconda Categoria. Senza squadra dopo settantasei anni. Da quel 1926 in cui, in seguito alla fusione tra Club Sportivo e Palestra Libertas, era nata l'Associazione Calcio Fiorentina. Maglia biancorossa a rappresentare i colori del Comune, della Provincia e del vecchio Club Sportivo. La storia, gli scudetti, le coppe, le emozioni cancellate in un attimo. Ed ora?
L'allora sindaco Leonardo Domenici e l'assessore locale allo sport Eugenio Giani promuovono dunque la creazione di una nuova società presentandola alla Federcalcio, con tutti i requisiti richiesti, già il giorno dopo il fallimento della vecchia. Ottenuta l'ammissione al girone B del campionato di Serie C2, lo stesso sindaco riuscì a coinvolgere Diego Della Valle, un imprenditore famoso fino ad allora per la produzione di calzature. Firenze ha dunque una squadra. Non ha nulla a che fare con la vecchia ma poco importa, la Fiorentina 1926 Florentia dovrà ripartire dalla C2 ma almeno è viva. Ed i tifosi lo sanno ed infatti sottoscrivono 20.000 abbonamenti. Ventimila. Un'enormità per il campionato di C2. Ma l'amore è amore, a prescindere dalla categoria.
Le maglie, per distinguerle da quelle della vecchia Fiorentina, furono scelte bianche con la fascia viola orizzontale sul petto e come capitano fu scelto Angelo Di Livio, che aveva già militato nell'ultima Fiorentina di Cecchi Gori. Un'altra vecchia conoscenza invece si andò a sedere in panchina. Quel Pietro Vierchowod, già giocatore viola nella stagione 1981-1982 (quella del secondo posto dietro alla Juventus). Purtroppo il Vierchowod allenatore non ebbe la stessa fortuna del giocatore e, dopo un avvio di campionato più che stentato venne sostituito da Alberto Cavasin. Quello che però doveva cambiare nel minor tempo possibile era la mentalità della squadra. Gli avversari da affrontare, infatti, erano Rimini, Sangiovannese, Forlì, Grosseto, Poggibonsi e Montevarchi e non più Roma, Milan, Inter, Juventus. Inutile aggiungere che tutte avrebbero giocato la gara della vita contro la compagine viola.
Infine c'era il problema degli stadi. Infatti, nel girone B del campionato di C2, non militavano squadre in grado di ospitare nei propri stadi i quasi cinquemila tifosi che la Florentia Viola si portava al seguito. La prova la si ebbe già dal giorno dell'esordio in campionato, l'8 settembre 2002, sul campo della Sangiovannese. Per chi non lo sapesse lo stadio della Sangiovannese è il Virgilio Fedini ed ha una capienza massima di 3.800 spettatori. Logico dunque spostare la gara ad Arezzo in uno stadio ben più capiente e farla giocare come posticipo serale il lunedì 9 settembre. Furono undicimila i tifosi che seguirono la squadra nel suo esordio ma come andò ve lo diciamo nella prossima puntata.
Questa la struttura societaria di allora: Sede: Via Manfredo Fanti 4 Presidente: Gino Salica Direttore Area Tecnica: Giovanni Galli Segretario Generale: Raffaele Righetti Segretario Sportivo: Fabio Bonelli Allenatore: Alberto Cavasin Allenatore in seconda: Gianni Bortoletto Medico sociale: Paolo Manetti Sponsor: Fondiaria Assicurazioni