Si chiude un altro cerchio. Il campionato di Serie A è giunto al termine e si tracciano già i primi bilanci. C’è chi piange, chi sorride, chi esulta come se non ci fosse un domani. C’è chi riflette e chi resta in silenzio, perché talvolta le emozioni vanno filtrate. Una stagione come questa, tra l’altro col record di gol segnati, passerà alla storia per diversi motivi. La classifica probabilmente non rispecchia alcuni valori che vanno evidenziati con la penna rossa. La cara e vecchia Serie A ci lascia, ma non a mani a vuote.

Partiamo dalla vetta, questa Serie A ci lascia una Juventus formidabile, capace di dominare il campionato dalla prima all’ultima giornata. Mica male, per una squadra effettivamente partita per vincere tutto, ma mai come ora divenuta consapevole della propria forza. Triplete o no, il percorso è di quelli da incorniciare e la ciliegina sulla torta potrebbe essere davvero gustosa.

In una stagione da oltre mille gol segnati, una menzione speciale va fatta ai reparti offensivi nostrani. In primis il Napoli, autentica macchina da gol, capace di rivoluzionare il concetto di ‘calcio totale’, tirando in ballo predecessori più che illustri. I 28 gol di Mertens non sono altro che lo specchio di una stagione fantastica, culminata con un terzo posto evidentemente stretto, ma con tante (tantissime!) certezze in vista del prossimo futuro. La palma di capocannoniere è andata a Edin Dzeko, che ha avuto il merito di non mollare dopo una stagione non proprio esaltante, ed ha meritatamente sforato i 30 gol stagionali. Con lui, anche la Roma ha messo in chiaro le cose sin da subito, costruendo una mentalità univoca che alla fine ha fruttato un preziosissimo secondo posto.

Ecco, nel nostro rewind lungo lo stivale, occorre soffermarsi qualche attimo in più ai piedi del Colosseo. La nostra Serie A si è portata dietro l’unico uomo capace di non invecchiare mai: Francesco Totti. Il campionato prossimo sarà il primo senza il capitano in campo, una ferita profonda nel cuore di tutti ma anche la grande consapevolezza di aver toccato con mano una storia d’amore ai limiti del fantascientifico.

La Serie A ci lascia una miriade di giovani e meno giovani prospetti, pronti ad infiammare le piazze durante il mercato. Dall’esplosione del Gallo Belotti (sul quale pende una clausola da oltre cento milioni) alle verdi rivelazioni dell’Atalanta. Decine di ragazzi con un futuro davvero roseo. Tra questi Jankto, Pellegrini, Kessie, Caldara, Conti, Milinkovic-Savic, Zielinski e per ultimi Kean e Pellegri. Per questi baldi giovanotti la favola è solo all’inizio, scortati e protetti dall’aura maestosa di un campione come Francesco Totti, che non lascia mai niente a metà e ci concede una miriade di nuovi talenti.

La Serie A ci lascia il ritorno in Europa del Milan, dopo circa tre anni dall’ultima volta. Un sesto posto che accontenta tutti o quasi, viste le confusionarie premesse della vicenda closing e i soli 15 milioni sborsati per la costruzione della rosa. Per una milanese che ride, ce n’è un’altra che piange. L’Inter di De Boer, Pioli e Vecchi non ha mai trovato la sua reale identità e, salvo un breve periodo positivo sotto il tecnico romagnolo, il finale non poteva davvero essere peggiore. Una piazza e una storia, come quella nerazzurra, meritano di più. Ci sarà tempo e spazio per rifondare, l’importante sarà farlo con coscienza e dedizione.

Questa Serie A ci lascia la grande impresa dell’Atalanta di Gasperini, che non ha avuto paura di rischiare nel momento decisivo, lanciando una batteria di ragazzini terribili che ci hanno fatto strabuzzare gli occhi. La Dea si è sostituita alle due più probabili outsider Sassuolo e Torino, partite con grandi ambizioni ma finite troppo presto nel dimenticatoio.

La Serie A, la nostra Serie A, ci lascia tanti consigli per il suo futuro. Ci lascia la consapevolezza che la riduzione del numero di squadre potrebbe essere positiva. Una marea di società già praticamente certe della salvezza a gennaio avevano fatto gridare allo scandalo e alla scarsa competitività del calcio italiano. Salvo poi far ricredere tutti nelle ultime giornate, quando tutte le formazioni si sono date battaglia senza esclusione di colpi.

La Serie A ci lascia anche una lotta salvezza stranissima, in cui l’Empoli ha avuto la peggio nel rush finale. La squadra di Martusciello, rassicurata dal vantaggio accumulato, si è lasciata andare eccessivamente, alimentando giornata dopo giornata le speranze di salvezza del Crotone. I calabresi si sono resi protagonisti di una grande cavalcata, per certi versi fortunosa, per altri epica. Partiti come già retrocessi, le prime gare giocate lontano dallo Scida sembravano già un handicap, ma la squadra di Nicola ha saputo raccogliere le forze e costruirsi una salvezza sulle note di Rino Gaetano, a poco a poco, passo dopo passo.

Cara Serie A, non ti amiamo così tanto come quando vai via per tre mesi e ci lasci soli. Riempi le giornate di mezza Italia, e anche se hai mille difetti, piaci a tutti come al primo appuntamento. Da domani le nostre domeniche saranno più vuote, oltre a Roberto Baggio ti sei presa anche Francesco Totti. Ma a te, mia cara Serie A, non interessa nulla. Tu ritornerai sempre e non ci lascerai mai, perché il nostro è un desiderio d’amore passionale e carnale, che niente potrà sostituire. Arrivederci, mia cara SerieA!