La Lazio B perde all'Artemio Franchi contro la Fiorentina, dopo 3 successi consecutivi in campionato, e rimane bloccata a 70 punti. Vittoria pazza della Fiorentina, che prima va sotto per la rete di Keita, poi ribalta, va sul 3-1, e successivamente si fa riavvicinare con Murgia. Kalinić si dimostra ancora una volta indispensabile: quando entra il numero 9 in campo, la viola è un'altra squadra. Paulo Sousa potrà quindi continuare a sognare l'Europa League, competizione già alla portata della Lazio per la prossima stagione.
Lazio che scende in campo con uno dei più clamorosi turnover della stagione, in vista della finale di Coppa Italia di settimana prossima contro la Juventus: in campo ci sono Djordjević, Patric, Lukaku, Murgia, Luis Alberto e Bastos, tutte forze appartenenti alle seconde linee di Simone Inzaghi. Il tecnico laziale se la gioca a viso aperto contro una Fiorentina che deve vincere le 3 partite restanti di questo campionato, se vuole sperare di lottare per un posto per la prossima Europa League.
Nonostante questo, inizia subito con il piglio giusto la formazione ospite, che nei primi 4 minuti di puro furore conquista addirittura 3 angoli. Keita Baldè tenta come al solito svariate ed estrose giocate personali, che spesso sfociano in tiri pericolosi per Tatarusanu, al quale però basta osservare le traiettorie delle conclusioni dello spagnolo, sempre di poco fuori dallo specchio della porta. Al gioiello laziale Keita Baldè risponde il diamante più prezioso di Firenze, Federico Bernardeschi, che fa sporcare i guantoni di Strakosha al decimo minuto con una rasoiata destinata all’angolino, sulla quale era ben presente il portiere albanese.
Il prosieguo di gara è attivo, brioso e concitato, le due squadre attaccano con intelligenza e ad un certo punto anche con qualità. Soprattutto la Lazio, che ha ben scolpite in testa le idee tattiche dell’allenatore Inzaghi, riesce a sviluppare una grande mole di gioco e a raggiungere il fondo per crossare pressoché continuamente. Al 29’ una splendida azione della catena di destra laziale libera lo spazio per la conclusione di Luis Alberto: l’ex Deportivo La Coruna sgancia un mancino che gira in maniera fantastica, deviato però in corner da un fantastico intervento in allungo di Tatarusanu. Rimarchevole il fatto che il centrocampista spagnolo è un destro naturale, ma ha calciato con una qualità clamorosa, dai 25 metri, anche con il piede debole. Nessuna gioia per le due squadre al duplice fischio di Celi, sebbene la gara sia stata piacevole e vissuta con una vena offensiva.
La ripresa nasce con un cambio tattico di Simone Inzaghi: Lombardi per Lukaku. Allora Patric, più difensore, si sposta a sinistra dove c’è Chiesa; Lombardi, più attaccante, va a destra dove incontra Maxi Olivera, che ha decisamente inclinazioni più di contenimento. La Lazio ha quindi una sistemazione equilibrata, che consente di essere compatti quando è ora di difendere, e di pungere quando è ora di ribaltare il campo in velocità. La dimostrazione da manuale la possiamo notare al 54’ minuto, quando Bastos vince due contrasti al limite della propria area, e intelligentemente vedendo la Fiorentina completamente sbilanciata dall’azione precedente, cede in velocità a Parolo, che a sua volta trova Luis Alberto, il quale lancia alle spalle della difesa (ancora altissima) il senegalese più veloce del campionato: Keita Balde, che corre verso Tatarusanu, e con la solita freddezza insacca in diagonale con il destro.
È la solita turbo Lazio, che passa in vantaggio con il gol numero 15 in Serie A di Keita, ma che qualche secondo dopo, per poco non regala il pari alla Fiorentina. Un errore tecnico di Strakosha in impostazione bassa consegna il pallone in zona centrale a Babacar, il quale vede la luce nell’angolino e lo centra, non fosse per una parata sensazionale dello stesso portiere albanese, che compie un vero e proprio miracolo per rimediare all’erroraccio precedente. Strakosha vince il duello con Babacar, ma il numero 30 della Viola avrà tempo per recuperare: 22’ minuto della ripresa, Vicino mette in mezzo un pallone liftato, Babacar si stacca dalla difesa, si avvita in volo, imprime potenza al pallone e lo spara all’angolino. 1-1 all’Artemio Franchi, partita bellissima.
La Fiorentina sembra averne di più, trascinata anche dall'inerzia emotiva derivante dal pareggio ottenuto. La Lazio capisce il momento difficile, e si rintana nella propria metàcampo per preservare il risultato e cercare la vittoria nei finale, ma la qualità dei singoli della Fiorentina fa la differenza negli uno contro uno, e i toscani passano infine in vantaggio al 73' minuto con il tap-in di Kalinić. In 7 minuti è cambiato tutto, la Lazio ha invertito marcia e la Fiorentina è cresciuta all'improvviso. Alla crescita viola si contrappone un'altrettanto celere declino della formazione capitolina, che subisce il terzo gol ancora a distanza di pochissimi minuti, con una sfortunata deviazione di Lombardi nella propria porta, dopo il palo di Kalinić.
3 a 1 e partita che sembra chiusa, ma la Lazio trova uno sprazzo d'orgoglio con Murgia all'81', che gira di testa un bellissimo pallone di Luis Alberto (secondo assist di giornata) scavalcando Tatarusanu. Accorciate le distanze, ma nulla potrà ribaltare il verdetto: la Fiorentina potrà continuare a sognare l'Europa.