Sono le 22.30 di Martedì 9 Maggio. A pochi minuti dalla fine della semifinale di ritorno di Champions League, con la Juventus lanciata alla conquista del Triplete, sul sito ufficiale e su tutti i profili social della società l'Inter annuncia l'esonero di Stefano Pioli a tre giornate dalla fine del campionato. Pioli diventa così l'allenatore numero 9 a lasciare la panchina dei nerazzurri proprio dopo la conquista di quel Triplete che potrebbe non essere più esclusiva interista. 182 giorni ad Appiano Gentile, dall'8 novembre, dopo l'esonero di de Boer, al 9 maggio giorno del suo di esonero. Quasi 6 mesi esatti, fatti di alti all'inizio e da molti, troppi e inspiegabili bassi alla fine, che hanno fatto passare l'Inter da concorrente agguerrita per un posto in Champions ad una delle tre squadre che stanno giocando al ciapa no per l'ultimo posto disponibile in Europa League, obiettivo di troppo poco spessore per una società che ha investito molto per riportare l'Inter ai fasti di un tempo. Obiettivo che deve centrare un altro Stefano, Vecchi allenatore della Primavera che rimarrà in sella fino a fine stagione. Tre partite che non sarebbero bastate a Pioli per far cambiare idea alla dirigenza sul suo futuro, perché il danno era già stato fatto, ma in molti dimenticano l'inizio della sua avventura.

L'arrivo a Milano

L'approdo di Pioli a Milano combacia con la pausa per le nazionali tra la 12^ e la 13^ di campionato. L'ex Lazio l'ha spuntata dopo un lungo casting che ha visto i nomi di MarcelinoLeonardoVillas-Boas e al sorprendente Zola che era vicinissimo alla panchina interista. L'arrivo in nerazzurro mette subito Pioli, che si definisce potenziatore, di fronte al derby contro il Milan nettamente avanti in classifica.

Finisce 2-2 in rimonta e quella corsa in mezzo al campo al gol del pareggio al 93' apre una porticina nel cuore dei tifosi. Poi il 4-2 alla Fiorentina fa subito sognare ma il durissimo 3-0 subito contro il Napoli fa tornare tutti con i piedi per terra. L'Inter non sembra cambiata, ci sono i soliti risultati altalenanti ma inizia proprio adesso la cavalcata di Pioli.

Le 7 bellezze

Dopo 4 punti in 3 partite non semplicissime, Pioli inizia ad ingranare alla 16° giornata: in 7 partite vengono portati in cascina 21 punti, facendo en plein con Genoa, Sassuolo, Lazio, Udinese, Chievo, Palermo e Pescara e piazzandosi al 4° posto in classifica e iniziando a mettere nel mirino il 3° posto occupato dal Napoli e anche obiettivo stagionale dei nerazzurri. Piovono quindi complimenti per aver fatto ripartire una squadra in grande difficoltà, per aver ritrovato alcuni giocatori come Brozovic Kondogbia ma anche per aver azzeccato un grande acquisto in mezzo al campo, Gagliardini. Sembra tutto in regola per arrivare all'obiettivo, ma iniziano le difficoltà.

2 cadute e 2 exploit

Complimenti per i 21 punti ma anche un po' di "paura" per quando sarebbero arrivate partite contro le big del campionato.

In effetti i risultati non sono ottimi: sconfitta prima con la Juve per 1-0, con una prestazione buona dei ragazzi di Pioli, e poi con la Roma per 1-3 che cancella praticamente i sogni di Champions League. In mezzo due vittorie, una con l'Empoli e l'altra col Bologna con rete decisiva di Gabigol che anche con il tecnico emiliano ha trovato poco spazio nonostante le belle parole che ha sempre speso per lui. i due exploit arrivano uno dietro l'altro: 1-5 al Cagliari e 7-1 alla sorpresa del campionato, l'Atalanta. Due partite, ma soprattutto la seconda che fanno tornare entusiasmo in un popolo che anche nei momenti più difficili c'è stato, ma non sono altro che la fine di una corsa entusiasmante.

Il declino

Se con la partita con l'Atalanta si erano riaccese le speranze di raggiungere la terza piazza in classifica, ecco che si iniziano a ri-spegnere col Torino: la partita distratta contro i granata costa all'Inter 3 punti importanti per la classifica, dovendosi accontentare di 2-2 arrivato nel finale. Da qui in poi, un lento, ma neanche troppo, cammino verso l'oblio.

L'Inter ospita la Samp e perde 1-2 in rimonta, va a Crotone e perde 2-1 contro gli squali, gioca il derby per 70', buttandolo via in venti minuti e chiudendolo 2-2. Va a Firenze, contro una Fiorentina anche lei in notevole difficoltà, e prende una scoppola per 5-4 con lo stesso Pioli che pensa alle dimissioni immediatamente respinte, ospita anche il Napoli dopo una settimana di ritiro e perde 0-1 per harakiri di Nagatomo al termine del primo tempo. L'apice, o meglio, il punto più basso viene toccato col Genoa, in ritiro e alla ricerca di punti per sfuggire dalla zona retrocessione, dove un'Inter senza voglia viene definitivamente messa KO dall'ex Pandev, guarda caso proprio eroe del Triplete.

Il resoconto

Un punto in 6 partite, nessuno peggio dell'Inter in Serie A. Nel complesso i numeri di Pioli non sono da top club: 27 partite, contando anche l'Europa League, dove i nerazzurri sono usciti clamorosamente ai gironi, e Coppa Italia, dove sono stati eliminati dalla Lazio, 14 vittorie, pareggi e ben 10 sconfitte. La percentuale di vittorie va davvero di pochissimo sopra il 50, con un 52% di successi con Pioli alla guida. L'Inter saluta Pioli a 3 giornate dalla fine, forse era meglio continuare fino alla fine con lui o forse è meglio così per dare una scossa all'ambiente e per cercare di raggiungere l'obiettivo Europa League. Questo però sarà il campo a deciderlo.

I numeri di Pioli all'Inter
Partite 27
Vittorie 14
Pareggi 3
Sconfitte 10
Gol Fatti 55
Gol Subiti 38
% Vittorie 52%