Sabato, alle 12.30, il derby della madonnina, snodo cruciale di una stagione tribolata, almeno per l'Inter. Vicissitudini di campo e di panchina, ribaltoni e ripartenze, l'ennesimo anno zero. Dopo i propositi Champions, forgiati dal rendimento di alto profilo con Pioli, un brusco risveglio. Anche l'Europa League è territorio da conquistare, partendo da una posizione di difetto, dopo le scoppole rimediate con Sampdoria e Crotone. Il derby è quindi al contempo occasione di riscatto e possibile baratro. La tensione, nella Milano nerazzurra, è alle stelle, da qui la decisione di compattare l'ambiente, di riunire, da oggi, gruppo e squadra. Ritrovo all'ora di pranzo, seduta pomeridiana e ritiro, fino al fischio d'inizio, come detto sabato.
Pioli riceve buoni segnali dal terreno di gioco, ampia la margherita di scelta a disposizione. Icardi e Gagliardini corrono con i compagni, i problemi fisici sono alle spalle, la presenza con il Milan non è in dubbio. Il tecnico non vuol correre rischi in queste ore, chiara la volontà di evitare possibili intoppi nel percorso che conduce all'impegno di A. Il rientro del centrocampista è fondamentale, la squadra, senza Gagliardini, perde la sua identità, si muove senza un filo conduttore, in cerca di direzione e meta. Con l'ex Atalanta nell'undici, Pioli può nuovamente arretrare Medel, a rischio è quindi Murillo. Per il colombiano, panchina o dirottamento in corsia, in caso di atteggiamento più accorto.
A centrocampo, con Gagliardini, favorito Kondogbia, mentre sulla trequarti può essere l'ora di Joao Mario, a sorpresa escluso anche contro il Crotone. Fondamentale alzare il tasso di movimento, dare equilibrio e passo a una squadra al momento in difficoltà. Fuori Banega, nonostante una discreta interpretazione da play basso nel secondo tempo dello Scida. Escluso, ovviamente, anche Brozovic.
Davanti, con Icardi, Perisic e Candreva. Rendimento alterno, un chiaro calo mentale per il croato, affanno fisico per l'esterno azzurro. Eder è in palla, ma Pioli non intende mutare il suo assetto d'attacco, ancor meno in un incrocio vitale.