Che la rivoluzione di Pioli fosse iniziata dalle corsie esterne si era capito già dal principio. Il tecnico parmigiano ha cucito a regola d'arte il vestito per la sua squadra: largo sulle fasce, molto stretto nel mezzo. Non è una semplice allusione, i nerazzurri sono i primi in Italia (e tra i primi anche in Europa) per cross e per occasioni pericolose con suggerimenti dalle fasce. D'altronde, che sia 4-2-3-1 o 3-4-3 o 4-3-3, le corsie laterali meneghine abbondano di interpreti diversi, capaci di scambiarsi costantemente la posizione secondo meccanismi provati in allenamento. La nuova metodologia di attacco all'area avversaria ha portato in dotazione molti più punti, oltre ad aver ringalluzzito il morale di alcuni uomini chiave. Uno su tutti, Ivan Perisic. L'esterno croato, da molti paragonato addirittura a CR7 per lo strapotere fisico, è diventato una bocca di fuoco imprescindibile per l'arsenale di Pioli. 9 gol e 3 assist recita il suo bottino stagionale in Serie A. Certo, i gol risalenti alla gestione De Boer lasciano intendere come la maturazione dell'ex Wolfsburg sia stata inevitabile indipendentemente dalla gestione tecnica, ma è anche vero che la 'cura' Pioli ha valorizzato il ruolo degli esterni offensivi come pochi nel nostro campionato. Altra fascia, dati simili, visto che l'apporto dell'uomo chiave della corsia di destra non è sminuito affatto dal confronto coi numeri del croato. Antonio Candreva, pedina chiave dello scacchiere di Stefano Pioli. Ago della bilancia perfetto all'interno di qualsiasi modulo tattico. Il classico esterno da 4-4-2, tutto cross e polmoni, un vero e proprio giocatore 'box-to-box', per dirla all'inglese. I suoi numeri sono impressionanti, l'ex laziale è arrivato a quota 74 tiri, 5 dei quali andati in porto con una realizzazione. In media gliene occorrono 14 per far esplodere la Curva Nord, e anche dal punto di vista dei cross l'esterno romano non scherza, mettendone a segno ben 211, e di questi 13 hanno fruttato occasioni da gol e 4 si sono trasformati in passaggi vincenti. Il maggior beneficiario è certamente Mauro Icardi, che ha convertito in gol ben 3 dei suddetti assist, e ringrazia con piacere il suo allenatore per la grande quantità di palloni scagliati in area dai suoi compagni. Ben 942 sono i 'traversoni' effettuati dai nerazzurri, molti di più delle prime della classe (Juventus e Roma su tutte), che amano fraseggiare o perforare in altro modo la difesa avversaria. Unico neo è la precisione al cross sia degli esterni che dei terzini, i quali si accontentano (per ora) di un misero 22,1% di tentativi andati a buon fine. Dati statistici ovviamente migliorabili, ma che hanno restituito ai tifosi nerazzurri un'ineluttabile certezza: l'Inter sulle fasce fa davvero paura. 

Source: Emilio Andreoli

Non solo Candreva e Perisic, naturalmente, al centro di questo discorso. Grande merito va dato anche agli esterni bassi dello schieramento tattico interista. Danilo D'ambrosio, su tutti, si è preso la scena (oltre ad una meritata convocazione in Nazionale) facendo ricredere molti addetti ai lavori sul suo conto, e restituendo ai tifosi un briciolo di sicurezza in quella zona di campo, smarrita dai tempi di un certo Maicon. Dall'altra parte, Cristian Ansaldi ha saputo farsi valere dopo le prime difficoltà fisiologiche. Il terzino ex Genoa sta garantendo una spinta importante sull'out mancino, ma anche lui, come i suoi compagni, dovrà lavorare maggiormente sulla precisione del cross. 

L'equilibrio, all'interno di uno schieramento così sbilanciato verso l'esterno, è garantito dalla cerniera centrale, altro pallino della gestione Pioli. In primis il centrocampo, dove Gagliardini sintetizza perfettamente il concetto di mediano 'totalizzante' inteso da Pioli. Il numero 5 taglia, cuce, attacca, difende e copre. Il suo ruolo è imprescindibile soprattutto se coadiuvato dal partner giusto. Che sia Kondogbia, Brozovic o chi per loro, l'equilibrio nella mediana interista è garantito da questo gioco di coppie e di ruoli, dove diventa fondamentale la scalata verso l'esterno in copertura del terzino arrivato sul fondo. E' ovvio che la presenza costante di tre o quattro giocatori offensivi (con uno qualsiasi dei moduli citati) costringe al sacrificio gli interpreti della zona nevralgica del campo, ma ogni singolo movimento non è altro che un piccolo dettaglio per un progetto tattico più grande. 

L'arrembaggio nerazzurro alla Champions League, tra quest'anno e il prossimo, passa proprio da qui, dalle fasce laterali. Non è un caso che i dichiarati obiettivi estivi mirino ad incrementare qualità e quantità anche in quelle zone di campo, dove il rendimento risulta quantomai ottimale. L'Inter sta tornando e si appresta a calcare di nuovo i palcoscenici che le competono. Il tutto con la marcia tirata e la corsia di sorpasso da attaccare a tutta velocità.