Diciassette partite, di cui dodici vinte e due pareggiate, per un bottino totale di 38 punti. L'Inter targata Stefano Pioli viaggia a gonfie vele, in attesa di completare il primo campionato con l'obiettivo - sempre più complicato - Champions League. 55 i punti dei meneghini, 63 quelli del Napoli, terzo in classifica: un divario difficile da appiattire, seppur potendosi appoggiare allo scontro diretto di San Siro. Realistico, invece, è blindare il posto in Europa League, per poi guardare al futuro.

Si susseguono le voci che vorrebbero un giorno Conte e l'altro Simeone sulla panchina nerazzurra, ma il lavoro finora svolto da Stefano Pioli non può portare - per il momento - su strade che non siano la riconferma. Il tecnico ha fatto il punto sulla sua esperienza milanese a La Stampa, in un'intervista esclusiva, iniziando dal momento della chiamata: "Ho pensato che era il momento adatto. In carriera mi sono sempre conquistato tutto con lavoro, serietà e passione, mi auguravo che arrivasse una chiamata importante per completare il mio percorso".

Un percorso che, finora, gli ha regalato diverse soddisfazioni, non solo sotto il profilo dei risultati: "Avevo degli obiettivi: trasmettere passione, dare un’anima e dei principi di gioco. Possiamo ancora migliorare, ma qualcosa di importante è stato fatto. I ragazzi volevano un metodo di lavoro preciso, un gioco preciso". Un gioco che ha forse in Icardi il massimo rappresentante, essendo finalizzatore, capitano e uomo-squadra; il tecnico così si esprime riguardo al proprio numero nove: "Mauro è un punto di riferimento. Non lo conoscevo, ho trovato una persona matura per l’età che ha. Può diventare anche più forte".

L'ingrediente che, secondo l'allenatore, manca a fare il grande balzo in avanti è l'autostima, quella che marca la differenza con le prime tre della classe: "Arriverà con la continuità del lavoro e dei risultati. L’Inter è reduce da stagioni altalenanti, ma la classifica da quando sono qui dice che siamo a 5 punti dalla Juve. Questo è il nostro livello oggi".

I rapporti positivi con Suning lasciano anche ampi spiragli per una permanenza sulla panchina nerazzurra anche nel prosieguo del percorso, ma il futuro non turba Pioli in alcun modo: "Saranno i risultati a decidere, quindi devo pensare solo a lavorare. Sono tutti preoccupati per il mio futuro, io invece sto benissimo. L’Inter me la sono meritata e mi sto giocando la chance nel migliore dei modi".

La fiducia del tecnico nei confronti della dirigenza traspare anche dalla valutazione ambiziosa sulle future possibilità di tornare ai vertici, a lottare con chi li occupa da cinque e più anni: "La prossima sfida sarà della Juventus con l’Inter di Suning per tre motivi: le potenzialità della proprietà, il valore della squadra già adesso alto e che verrà integrato e l’ambiente che abbiamo. Roma e Napoli hanno fatto cose eccezionali, ma manca una concorrente per giocarsi lo Scudetto punto a punto. Può esserlo l’Inter". Magari, probabilmente, meritatamente, con Pioli in panchina.