Nove tornate al termine di questo campionato di Serie A. L'Inter dall'arrivo di Pioli ha cambiato completamente rotta, dal gioco alla media punti, passando per le prestazioni migliorate praticamente di tutti i giocatori, anche di chi sembrava dover andare via addirittura a Gennaio visti i malumori creati nell'ambiente con svariate prestazioni sottotono (Kondogbia, Banega, Brozovic, Murillo, D'Ambrosio, Eder). Nove giornate per conquistare l'Europa. Quella dei "grandi" lontana, molto lontana, ben otto lunghezze dal Napoli, con il quale però l'Inter ha lo scontro diretto il 30 Aprile a Milano, una partita da sei punti praticamente. E' chiaro, però, che la sola eventuale vittoria contro il Napoli non basterebbe a spalancare le porte della Champions League ai nerazzurri.
Tanti sono i fattori di cui tenere conto nella rincorsa al terzo posto. In primis, prima di sperare che il Napoli perda qualche punto per strada, si deve partire dal presupposto che l'Inter non si può permettere di sbagliare neanche una delle partite che la aspettano. Nove incontri di cui quattro contro dirette avversarie quali: Milan, Lazio, Fiorentina e Napoli. Le altre gare saranno contro Genoa, Udinese, Sassuolo, Crotone e Sampdoria. Proprio da quest'ultima inizierà la scalata, in programma alle 20.45 di Lunedì 3 Aprile al Meazza di Milano.
L'andata, ancora sotto la gestione de Boer, finì 1-0 per i blucerchiati con gol di Fabio Quagliarella. L'Inter è dunque chiamata a riscattare la sconfitta dell'andata, con le premesse che sono decisamente buone: la squadra è cambiata, con Pioli ha una media punti di 2.31, inferiore solo a quella della Juventus. Calcoli alla mano sarebbe stata Champions assicurata con 88 punti, anche se adesso è il momento di guardare al presente, oltre che al futuro. Dieci i punti conquistati nelle ultime cinque partite, nelle quali spicca su tutte la vittoria roboante per 7-1 contro l'Atalanta, ma anche qualche passaggio in negativo con la sconfitta subita in casa contro la Roma o lo stop dell'ultima gara di campionato in casa del Torino, comunque uno dei migliori attacchi della Serie A, ovvero quello del Torino di Belotti e Iago Falque.
GLI INCONTRI - Sampdoria, Crotone, Milan, Fiorentina, Napoli, Genoa, Sassuolo, Lazio, Udinese. In questo ordine si deciderà il percorso in Europa dell'anno prossimo per l'Inter, se ci sarà, come sarà e dove sarà. Raggiungere il Napoli è chiaramente un'ardua impresa. Ardua, ma non impossibile, almeno matematicamente parlando. Chiaro che l'Inter dovrà pensare in primis a superare la Lazio, avanti di due lunghezze. Occhi puntati in avanti, ma uno sguardo è inevitabile darlo anche alle spalle, con l'Atalanta di Gasperini a pari punti e il Milan a sole due lunghezze, più lontana la Fiorentina a 48 punti. Sicuramente più abbordabili sul piano tecnico le gare con le due genovesi, con Crotone, Sassuolo ed Udinese. Più dure le sfide con Napoli, Milan, Fiorentina e Lazio, soprattutto per quest'Inter che negli scontri diretti non è riuscita a dare il meglio di sé, perdendo tanti punti contro le "grandi".
GIOCATORI CHIAVE - La qualificazione passerà soprattutto dai giocatori cardine dei nerazzurri. Si parte da Handanovic, anche quest'anno rinconfermatosi una vera e propria saracinesca, una sicurezza per i suoi compagni e per i suoi tifosi. E' impossibile parare tutto, ma lo sloveno ci prova e spesso ci riesce. Successivamente si passa alla nuova coppia di difesa Medel-Miranda. I due hanno trovato una innata chimica sin da subito, con il cileno che spesso ha scalzato il brasiliano dal ruolo di leader difensivo, sfoderando prestazioni che per uno della sua statura, abituato a giocare per lo più al centro del campo, sono inaspettate in quella posizione. Un ottimo lavoro di copertura il suo, unito alla giusta personalità e - checché se ne dica - a delle buoni doti di impostazione (per conferma osservare il lancio fatto verso Perisic, dalla propria difesa, in occasione del secondo gol di Icardi contro l'Atalanta). Non oscurato comunque il lavoro d'esperienza ed eleganza fatto da Miranda, baluardo difensivo dei nerazzurri dalla scorsa stagione. Importante anche il rinato D'Ambrosio, che da ormai un po' di giornate ha messo d'accordo anche i meno contenti, sino ad arrivare alla convocazione e all'esordio nell'Italia di Ventura.
A centrocampo i nomi importanti sono quattro: Gagliardini, Kondogbia, Joao Mario e Banega. I primi due hanno formato una inaspettata coppia di quantità e qualità in mezzo al campo, fatta di un lavoro costante dal primo all'ultimo minuto di gioco. In particolare il francese sta salendo in cattedra nelle ultime giornate, mostrando tutto il suo valore con giocate difensive e tecniche di alto livello. Da migliorare sicuramente la fase d'impostazione. Fase che viene curata per lo più dall'ex atalantino Gagliardini, vera e propria rivelazione di questa Inter, non perché all'Atalanta non avesse fatto bene, quanto più per la facilità in cui si è inserito in una squadra come l'Inter, prendendosi le chiavi del centrocampo alla sua prima stagione in A. Per quanto riguarda Joao Mario, il portoghese è da qualche partita che guarda i compagni dalla panchina, complice anche l'ottimo momento di Banega. Non si discute però il valore del giocatore, pedina fondamentale nello scacchiere di Pioli. Dovrà essere proprio l'allenatore a saperlo reinserire nel momento e coi modi giusti. Tornando a Banega, se El Tanguito dovesse continuare sui ritmi e sulle prestazioni delle ultime settimane, l'Inter avrà fra le mani un trequartista puro capace di mandare con facilità in porta i compagni e di segnare, essendo molto pericoloso sui calci piazzati (due gol degli ultimi quattro realizzati su punizione.). In avanti tutto il trio d'attacco dovrà continuare sui ritmi avuti da inizio stagione. Si chiede probabilmente di più solo a Perisic, uno dei peggiori se non il peggiore in campo nella gara contro il Torino, in netto calo fisico nelle ultime uscite. Sicurezze Icardi e Candreva.
BONUS TRACK - Eder. Un giocatore che piace ad ogni allenatore e ormai si dovrebbe anche smettere di stupirsene. C'erano stati malumori quando Conte l'aveva convocato per gli Europei e sappiamo tutti come l'oriundo ha risposto. Altre lamentele quando Ventura l'ha chiamato alle armi per le partite contro Albania ed Olanda e ancora una volta l'abnegante Eder ha risposto con un gol e una bella prestazione. Anche all'Inter il suo apporto è fondamentale, sebbene non passi sempre osservato: potersi permettere un giocatore come lui in panchina è sicuramente un quid in più da poter schierare a partita in corso per smuovere gli equilibri. Senza contare che, anche dal primo minuto, ha sempre fatto la sua più che buona figura, in particolare quando nel post-Juventus l'Inter ha dovuto fare a meno sia di Icardi che di Perisic. Le partite senza i due sono state vinte con la coppia Eder-Palacio.
Nove partite, 27 punti a disposizione per sognare una Champions che ormai manca da troppi anni in una piazza importante come quella dell'Inter. Altrimenti ci sarà l'Europa League, con l'auspicio che venga affrontata differentemente rispetto a quest'anno e che venga giocata per essere vinta.