Quando vinci 6-2, fuori casa e contro un collettivo obbligato a fare punti, e magari un tuo giocatore segna anche quattro gol, appare francamente difficile trovare qualcosa di stonato. Eppure, per migliorare e diventare definitivamente una grande, anche le sbavature poco visibili devono passare sotto la lente del giudizio, per evitare errori potenzialmente fatali al momento di affrontare altri e meglio attrezzati collettivi.
Che la Lazio abbia disputato una sfida quasi perfetta, schiantando il malcapitato Pescara e mostrando i muscoli in una sfida non facile, nonostante l'apparente basso livello dei Delfini. Scesi in campo con il classico 4-3-3, modulo divenuto marchio di fabbrica di Inzaghi, i biancocelesti hanno fin da subito aggredito i rispettivi avversari, schierati da Oddo con un modulo altrettanto offensivo, per cercare magari di portare verso il proprio lido quella fortuna tanto mancata nella prima parte di stagione.
Nonostante l'impegno, però, i biancazzurri hanno subito imbarcato acqua, passando tremendamente sotto di due reti nel giro di pochi minuti ed a causa dell'inaspettata doppietta di Marco Parolo, bravo a colpire da corner ma lasciato sempre colpevolmente solo dai difensori pescaresi. Cinica e bella da vedere, dopo una mezz'ora di gioco la Lazio cala inevitabilmente i ritmi, forse credendo già sicuro il successo. Tale atteggiamento leggermente superbo, viene massimamente scontato dalle Aquile, punite prima da Benali e poi da Brugman, che sul finire di tempo pareggia i conti e rende inutile il rigore parato da Marchetti, abile ad ipnotizzare un Caprari forse troppo sotto pressione al momento di battere dagli undici metri.
Nella ripresa, sicuramente strigliati da un Inzaghi giustamente infuriato, la Lazio riprende a martellare, sfruttando il solito Felipe Anderson, che si carica sul groppone il peso di un tridente completato da un Keita poco preciso ed un Immobile inoffensivo, davvero poco presente dalle parti di Bizzarri per tutta la prima frazione. Poco male, comunque. Il Pescara è infatti poca cosa, un collettivo in piena confusione e troppo spesso punito dalla malasorte, come si conferma anche al 49', quando è ancora Parolo a bucare Bizzarri, sfruttando un pallone di Savi finito sulla traversa e divenuto involontario assist per la mezzala ex Parma.
Al 3-2 la sfida si indirizza verso la vittoria laziale, con il Pescara ed Oddo che nulla più fanno per riacciuffare il pari. Il calo mentale dei padroni di casa si evince nel quarto e nel quinto gol laziale, marcati rispettivamente da Keita ed Immobile. Al 57' l'africano viene servito dal bomber ex Torino senza trovare ostacoli, al 69' Immobile non può che ribadire in porta un pallone lasciato vagante dalla difesa pescarese. Chiude la sfida, la ciliegina sulla torta di Parolo, che conferma la bontà di un gruppo educato tatticamente, aggressivo e sempre pronto a far male. Se si evitassero anche certi black-out, la maturazione della Lazio potrà dirsi completa. Per ora i ragazzi di Inzaghi dovranno "accontentarsi" di lottare per il terzo posto, rinsaldando nel contempo la quarta posizione. Mica male.