Durante la presentazione di Saponara ha parlato anche Pantaleo Corvino, direttore generale dell'area tecnica del club viola: "Tutto è migliorabile, partiamo da questo presupposto. In questa fase è difficile trovare difensori superiori a quelli che abbiamo, non ne ho trovati. Singolarmente non è facile trovare grandi difensori a cifre che possono essere considerate davvero importanti. Oltre che i singoli conta anche il reparto. Trovare centrali più forti di Gonzalo e Astori era davvero impossibile. Abbiamo Salcedo, che è un giovane interessante, e De Maio, che ha circa duecento partite in Serie A. Quando si ha una filosofia forte di gioco, che è quella di difendersi con il possesso, ed attaccare più che difendersi. Qualsiasi difensore potrebbe subire delle ripartenze degli avversari giocando con noi. Questa squadra è stata concepita diciotto mesi fa, e la sua filosofia anche prima. Non è una questione di singoli se si perde 1-0 a Napoli, o si prendono tre gol ieri. La squadra ha pareggiato creando dieci palle gol. Non bisogna puntare il dito sui singoli. Forse se avessimo Bonucci potremmo prendere qualche gol in meno...".
Sul nuovo acquisto: "Certi amori non finiscono. Quello di gennaio è un mercato delle idee e raramente dei rafforzamenti, perché è difficile che le altre squadre lascino partire i giocatori importanti. Saponara è figlio delle tre idee, aggiustamento e rafforzamento. L’amore con Riccardo nasce ai tempi di Bologna, quando lo chiamai, ma doveva scendere in B e non fu possibile concretizzare l’affare".
Infine Corvino riassume le situazioni più spinose del mercato viola: "Badelj? Il suo procuratore parlava ogni giorno, da quando sono qui ha iniziato a parlare ogni quindici giorni, poi ogni mese e ora non parla più. Io non ne parlo adesso. A me nessuno ha chiesto di Badelj”. Su Gonzalo invece: "Ci sono delle trattative: a volte si trova un incontro, a volte no. Questa è una trattativa in cui ognuno fa un’offerta e una proposta giusta. Al momento è ancora da considerare una trattativa".
Per ultimo Kalinic che ha rifiutato i soldi cinesi, per rimanere a Firenze: "È un uomo vero. Noi come clausola abbiamo messo 50 milioni, e non 35-40 pensando che nessuno potesse arrivarci. Nessuno si è avvicinato alla clausola".
Pantaleo ha parlato. Adesso vediamo quello che sarà il responso del terreno di gioco, l'unico terreno che conta davvero.