Joao Mario è un leader dell'Inter attuale. Giocatore silenzioso, ma fondamentale. In campo, un lavoro oscuro, corsa e sacrificio, scintille di qualità. Con il Palermo, il decisivo inserimento sottoporta per sgretolare il muro rosanero. Risposte significative all'ingente investimento della società. L'ex Sporting - aldilà della giovane età - conosce il calcio e non cade in pericolose trappole. La gara con il Pescara - un classico testa-coda - non è da sottovalutare. Il cammino dell'Inter, di recente da prima della classe, non può e non deve conoscere sosta. Massima concentrazione quindi, per una partita che si presenta di facile lettura, ma di difficile soluzione. Pallino del gioco ai padroni di casa, Pescara accorto e pronto a colpire in velocità. Pazienza ed attenzione, per non rovinare le buone cose delle scorse tornate.
“E’ una gara difficile, ho imparato che in Italia non ci sono gare facili. Le squadre hanno intensità, fisicamente ci sono giocatori bravi, dobbiamo essere pronti per giocare bene e vincere. E’ normale che le motivazioni contro Juve, Milan e Napoli siano diverse ma per fare un buon campionato vanno vinte queste partite”, così a "Caffè Doppio", su Inter Channel, si esprime Joao Mario.
Il ricordo dell'Europeo estivo è ancora forte. Il centrocampista riavvolge il nastro, le emozioni riaffiorano. Un'impresa incredibile, l'ascesa al trono continentale di una nazionale da sempre ricca di talento, ma poco propensa al successo, alla concretezza. Cristiano Ronaldo il simbolo, Joao Mario uno dei pilastri.
“E’ stata un’esperienza unica, da sempre da bambino sognavo di vincere qualcosa col mio paese. Ma mai avrei immaginato un giorno come quello. C’è molta qualità nel Portogallo, ovviamente Cristiano Ronaldo è la nostra bandiera, il nostro giocatore più importante ma c’è molta qualità".
L'avvento in Italia e naturali problematiche a cui trovare risposta. Da subito titolare, da subito punto di riferimento. Una crescita costante, a livello individuale e di gruppo. La base è solida, ma diversi dettagli restano da rifinire per compiere l'ultimo passo.
"Già sapevo che all’inizio quando si cambia paese e città c’è sempre un po’ di difficoltà, ma sono sempre stato tranquillo e sereno. Ho sempre saputo di poter migliorare, sono in una grande squadra e ho sempre creduto di poter migliorare, anche a livello collettivo e lo credo ancora".