Milan-Juventus, l’infinita rivalità, che caratterizza 116 anni di calcio italiano, nell’ennesimo, mai banale, scontro: questa volta, le due gloriose società si contenderanno la Supercoppa Italiana 2016, sotto il sole di Doha. Altro capitolo importante, con il secondo scontro in Supercoppa nella storia centenaria dei due club. Infatti, l’unico precedente risale al 2003, vinto dai bianconeri ai calci di rigore a New Jersey, dopo le reti di Pirlo e Trezeguet alla fine del secondo supplementare. In quell’occasione, la Juventus ha ottenuto una magra consolazione, dopo la sconfitta in finale di Champions League contro i rossoneri, che hanno trionfato ai rigori nella finalissima di Manchester.

In questa edizione, in caso di vittoria del Milan, la truppa di Montella potrà agganciare i piemontesi in testa all’albo d’oro della Supercoppa, con sette vittorie all’attivo dei bianconeri, di fronte alle sei coppe vinte dai meneghini. La Juventus è detentrice in carica, grazie alla vittoria contro la Lazio a Shanghai, con le reti di Mandzukic e Dybala, mentre i rossoneri hanno trionfato per l'ultima volta il 6 agosto 2011, rimontando il gol di Snejder nel derby contro l'Inter, con le reti di Ibrahimovic e Boateng nella ripresa, di fronte ai settantamila presenti del Bird's Nest di Pechino.

Bacca e Bonaventura. Foto Twitter

Se sulla carta la bilancia potrebbe pendere a favore della Juventus, il Milan, senz’altro, non partirà battuto, avendo già sconfitto la Juve in campionato a ottobre, decisa da una prodezza del baby centrocampista Manuel Locatelli, con un eurogol dal limite dell’area, regalando tre punti al Milan. Attualmente, in campionato la truppa di Allegri, nonostante qualche passo falso contro Inter, Milan e Genoa, è saldamente al comando in vetta, con sette punti di divario sulla Roma, mentre il Milan nell’ultimo mese ha accusato una fisiologica flessione, trovando solo quattro punti in tre gare, con una risicata vittoria casalinga contro il Crotone, per poi perdere di misura all’Olimpico, di fronte alla Roma, mentre la sfida con l’Atalanta si è conclusa a reti bianche, che hanno relegato i rossoneri al quinto posto in classifica.

Per quanto riguarda la sfida a Doha, Montella si affida al suo 4-3-3, mantenendo invariato il pacchetto arretrato, con il solito Donnarumma tra i pali, mentre Paletta e Romagnoli blindano l’area, facendo fronte a clienti scomodi come Higuain, Mandzukic e Dybala. Sull’out destro è confermato Ignazio Abate, che rivestirà i gradi di capitano, mentre nella fascia opposta De Sciglio è favorito sul rientrante Antonelli, anche se l’ex Genoa ha disputato una partita positiva contro l’Atalanta, pur non riuscendo a resistere per tutti i novanta minuti. Novità a centrocampo, con Bertolacci favorito ad una maglia da titolare in mediana, affiancato da Locatelli e Kucka, con il giovanissimo lecchese al rientro dal turno di riposo contro l’Atalanta, già diffidato, andando a sostituire Pasalic. Con Bertolacci pronto ai blocchi di partenza, viene modificato l’assetto offensivo: Bonaventura viene dirottato nel tridente d’attacco, come ala sinistra, con Suso sul versante opposto, mentre Bacca ha battuto la concorrenza di Lapadula per il ruolo di punta centrale.

Niang e Lapadula. Twitter TheMilanBible

Panchina quindi per Mbaye Niang, che paga il momento negativo dopo le ultime prestazioni sottotono con la Roma e Crotone, dove ha sbagliato due rigori, per fare spazio ad un Bonaventura ormai fondamentale per l’economia offensiva del Milan, mantenendo un certo equilibrio in campo grazie alla duttilità del marchigiano, unita alla maggiore predisposizione al sacrificio. Non una bocciatura completa tuttavia per il francese: Niang potrebbe rivelarsi l’arma in più per Montella, che ha bisogno di qualità dalla panchina e con il transalpino potrebbe giocarsi un jolly importante, grazie alle qualità fisiche e tecniche, che saranno incisive in una gara secca e dalla posta in palio alta, come la Supercoppa. Nonostante le dieci giornate consecutive a secco, Montella fa affidamento su Carlos Bacca, che sarà chiamato a ritrovare sè stesso e ad interrompere la sua astinenza da gol, con Lapadula, in forma, pronto ad entrare in corso d’opera per dare maggiore dinamismo tra i centrali juventini. Al campo l’ardua sentenza.