Il derby è della Roma. Si dimostra maggiormente cinica e spietata la squadra di Luciano Spalletti, che dopo un primo tempo di sofferenza, tattica più che altro, ribalta la stracittadina grazie ai gol di Strootman e Nainggolan nella ripresa, contenendo nel finale lo sfogo, più di pancia che di testa, della Lazio di Simone Inzaghi. La striscia positiva dei biancocelesti si ferma a quota nove e soprattutto all'errore, inqualificabile, in disimpegno di Wallace, che manda in porta l'olandese e condiziona l'esito del match. Esultano i giallorossi, che salgono a quota trentadue in classifica rispondendo al Milan ed alla Juventus, mentre la Lazio è costretta a restare al palo a ventotto.
Classico 4-3-3 per Simone Inzaghi, che non risente di alcuna pressione e conferma Keita ed Anderson ai lati di Immobile. Biglia a dettare i tempi, con Milinkovic e Parolo ai lati. Risponde Spalletti con un insolito 5-3-2: Bruno Peres ed Emerson sono gli esterni, De Rossi gestisce le distanze a centrocampo con Strootman e Nainggolan, mentre Rudiger è il centrale aggiunto a Manolas e Fazio. Davanti Perotti con Dzeko.
L'avvio di gara è ovviamente intenso ma molto equilibrato, con le squadre guardinghe nell'offrire spazi alle trame offensive degli avversari. Sembra partire meglio la Roma, ma ad avere maggiore spensieratezza e soprattutto chiarezza nello sviluppo dell'azione è la Lazio di Inzaghi, che cavalca le fasce laterali per allargare le maglie difensive giallorosse: Keita è imprendibile, così come Immobile smania all'idea di sbloccare il derby. Il centravanti partenopeo ci va vicino al decimo, con i biancocelesti che hanno il predominio territoriale della sfida. Fatica la Roma, orfana in attacco di densità sulla trequarti e delle folate egiziane di Salah, mentre spalle alla porta Manolas e Fazio stentano a leggere la mobilità di Immobile, che spesso si stacca dalla marcatura e, in anticipo, anticipa il duo greco-argentino: la mira, tuttavia, è ancora imprecisa.
Il castello difensivo della Lazio sembra solido e inespugnabile, Spalletti chiede manforte alle mezzeali, ottenendo risposta da Nainggolan: il primo taglio alle spalle del centrocampo del belga mette a soqquadro la retroguardia di casa, con Radu abile ad anticipare Dzeko di testa a centro area. Prende fiducia la squadra giallorossa, Bruno Peres scherza con Lulic e viene atterrato da Biglia: nell'indecisione, Banti fischia la punizione dal limite in collaborazione con Calvarese; decisione difficile da prendere. I due squilli di tromba ospiti fanno riflettere la Lazio, che abbassa notevolmente il baricentro andando a caccia di una maggiore solidità. I problemi fisici di Manolas - dopo uno scontro fortuito con Milinkovic - spezzano il ritmo e l'intensità della gara, che va scemando pian piano fino al fischio finale di fine primo tempo.
Due disattenzioni delle rispettive mediane aprono la ripresa, con Dzeko da una parte ed Immobile dall'altra che non sono precisi però nella rifinitura per Emerson e Anderson. La gara si conferma equilibrata e molto chiusa, con le due fazioni che si propongono in attacco con gli individui contati. Sono i calci da fermo che possono provocare la scintilla: la sponda di Manolas trova Dzeko smarcato al centro, ma il bosniaco di testa non è preciso. La Roma si fa preferire, con la Lazio che tira leggermente i remi in barca e barcolla: Nainggolan trova lo stesso spazio cavalcato nel primo tempo sul centro sinistra, la sua assistenza per il suo centravanti è perfetta, ma Dzeko si traveste dall'attaccante ammirato lo scorso anno e centra Marchetti che salva i suoi. La Roma si sbilancia, Immobile perde l'attimo in transizione, chiuso in angolo dal ritorno di Fazio. L'inerzia della gara è però in mano alla squadra di Spalletti, che capitalizza sfruttando al meglio una leggerezza di Wallace: il centrale si fida troppo delle sue capacità di palleggio in uscita, Strootman gli sradica la sfera al limite e con un delizioso tocco sotto scavalca l'estremo difensore laziale.
Il gol e l'esultanza dell'olandese fanno saltare i nervi a Cataldi, che da bordo campo strattona l'autore del gol e viene espulso dopo il parapiglia che si scatena. La frustrazione per lo svantaggio prevale sulla lucidità, e non permette alla Lazio di organizzare una reazione degna di tal nome. Legittima invece la Roma, meglio messa in campo nelle due fasi e maggiormente decisa e precisa in fase di palleggio. Di voglia e nervi, tuttavia, la squadra di Inzaghi prova a scuotersi: Parolo non trova la deviazione di testa su cross di Keita, mentre Milinkovic viene chiuso da Manolas in angolo. Le distanze tra i reparti della squadra di casa si dilatano e consentono alla Roma di archiviare la pratica: il break è tutto di Nainggolan, che dopo il controllo lascia partire un destro beffardo dalla distanza che sorprende il colpevole Marchetti. Inzaghi prova a spostare in avanti il baricentro con due cambi, ma non raccoglie gli effetti sperati. Il muro eretto da Spalletti ed i suoi regge bene ai tentativi di lanci lunghi, sterili, dei biancocelesti. I quattro di recupero - causa del parapiglia dopo lo 0-1 - scorrono via senza sussulti, fino al triplice fischio finale che sancisce il successo dei giallorossi.