Su di lui rimane un piccolo alone di incertezza, determinato soprattutto dalla giovane età, classe 1995 e dall'investimento importante che il Milan ha fatto su di lui. Eppure il Chelsea quest'estate era pronto a spendere e molto pur di regalarlo ad Antonio Conte, testimoniando un miglioramento nel corso della scorsa stagione e un potenziale in cui il Milan sembra credere con convinzione.
C'è anche Alessio Romagnoli fra i convocati che Ventura ha chiamato dal Milan, una colonia composta da sei nomi grazie al lavoro portato avanti dal club rossonero come spiega il difensore alla Gazzetta dello Sport: "Si sta creando un blocco rossonero perché stiamo facendo bene col club. Anche Lapadula, che è l’ultimo arrivato, è fortissimo. Tutto questo dipende dal lavoro fatto dalla società. Speriamo di portare più giocatori possibili in Nazionale. Milan con in campo 11 italiani? Sarebbe segno che il progetto voluto da Berlusconi e Galliani sta funzionando. E poi forse noi giovani italiani non siamo così scarsi come ci hanno etichettato..." A proposito di etichette non sono mancate anche per lui al momento del suo arrivo al Milan: "Le critiche non mi hanno mai preoccupato. Voi giornalisti mi mettete addosso tante responsabilità che però non mi hanno mai pesato. Penso a migliorarmi giorno per giorno."
Romagnoli si concentra quindi sulla Nazionale e confessa di sentirsi ancora in parte un Under 21: "In fondo io mi sento ancora un Under 21, ci siamo qualificati per l’Europeo in Polonia e spero di andarci. Certo, la Nazionale maggiore è il sogno di ogni bambino e quando torneranno i big della difesa, da cui gente come Rugani e io impariamo tanto, spero di mettere in difficoltà Ventura nelle scelte. Il segreto, come ci dice sempre l’allenatore, è non sottovalutare mai le partite." Si parla per forza anche di Donnarumma, altro giovane di grande talento del Milan di oggi, con cui Romagnoli è convinto di poter diventare importante per la Nazionale e per il Milan: "Io e Donnarumma speriamo di essere il futuro della Nazionale. Dipende solo da noi. Non possiamo accontentarci."