Ormai lo si può dire con certezza: c'è aria di crisi in casa Fiorentina. La viola ha collezionato una sola vittoria nelle ultime cinque partite di campionato, tre pareggi e una sconfitta, segnando solo sei gol dall'inizio della massima serie italiana, guadagnando nove miseri punti validi per un modesto quattordicesimo posto in classifica, zona che ovviamente non compete ad una squadra come quella di Firenze e che non fa certamente piacere a Corvino e ai Della Valle. In Europa League più positive le cose, contando anche il fatto di aver un girone più che abbordabile: pareggio nella prima a Salonicco e netta vittoria in casa contro il Qarabag. Quindi la colpa di questo periodo negativo potrebbe essere individuata in un attacco che segna poco? Sì, ma non solo.
Kalinic è sicuramente uno dei maggiori colpevoli, il croato ha segnato 3 gol nelle ultime 27 partite di Serie A, uno solo in questo avvio di campionato, quello di testa nel 2-1 contro la Juventus. Alla mancanza di gol ci aggiunge anche delle prestazioni insufficienti da ormai cinque o sei partite. Poco ispirato e forse non è esclusivamente colpa sua, perchè un attaccante deve essere anche servito. A tal proposito forse quello che più manca a questa Fiorentina rispetto all'anno scorso (oltre a quell'Alonso mai veramente rimpiazzato) è Josip Ilicic, fantasma di sè stesso in questo inizio stagione. Il talento sloveno è sempre stato discontinuo effettivamente, ma a Firenze e sotto le direttive di Sousa sembrava essersi ritrovato. Quest'anno pochi lampi da fuoriclasse, nessun gol e un rigore sbagliato, questo il triste bottino del numero 72. Il più in forma è chiaramente Babacar con due gol in cinque presenze (solo due dal primo minuto), ma come ogni anno il giovane senegalese fatica a trovare spazio dal primo minuto e a lui viene sempre preferita la coppia formata da Kalinic ed Ilicic. Zarate è tornato da poco da un infortunio e non ha ancora fatto vedere molto, l'anno scorso era stato importante nel finale di stagione. Il giovane Chiesa è stato buttato nella mischia nella prima giornata, poi piano piano è sparito dai radar di Sousa. E allora era proprio necessario mandare via Pepito Rossi? Molti, in particolare i tifosi, non la pensano così.
Parliamo quindi del mercato della Fiorentina, un mercato che sta creando tanta amarezza fra i tifosi sin da Gennaio, stessa cosa si può dire del tecnico Paulo Sousa, che ha apertamente fatto capire come l'operato della dirigenza non gli sia andato a genio già dal girone di ritorno dello scorso campionato. Non ci sono stati dei grandi acquisti che aiutassero a fare il salto di qualità, anzi paradossalmente la Fiorentina si è indebolita con la vendita di Alonso e Pasqual, che hanno lasciato la fascia sinistra a Milic e Oliveira, due che non stanno esattamente brillando, con il secondo che sta vedendo il campo poco o niente, ma soprattutto due giocatori che vengono da realtà talmente distanti e differenti dal calcio italiano, che era chiaro a tutti che avrebbero avuto bisogno di tempo prima di ambientarsi. A centrocampo è arrivato Carlos Sanchèz, buon giocatore, nulla da dire, ma come anticipato prima, non il tipo di giocatore capace di spezzare gli equilibri in una squadra come la Fiorentina. Badelj è rimasto, ma con più di un mal di pancia e ancora con il Milan nei pensieri, stesso dicasi per Vecino e soprattutto per Borja Valero. E a proposito di Borja Valero, per quello visto fino ad ora, sembra che effettivamente gli anni passino anche per lui. La classe e la tecnica ci sono sempre, le qualità del giocatore e il suo piede fatato sono indiscutibili, ma mancano la corsa e il rendimento fisico che l'anno scorso gli hanno permesso di giocare praticamente a tutto campo, partendo dietro le punte. Rimane comunque l'unico capace di rendere pericolosi gli attaccanti.
La difesa è sicuramente la nota più lieta di questo inizio di campionato, solo sei gol subiti e terza migliore della Serie A, dietro solo a quelle di Juventus e Genoa, che hanno subito solo 5 gol. Rodriguez ed Astori sono stati tenuti, così come Tatarusanu, ed è stata aggiunta l'esperienza di un calciatore come De Maio che già conosceva più che bene il nostro campionato e che con il Genoa aveva offerto sempre buone prestazioni. E' ovvio che nell'occhio del ciclone ci va in primis l'allenatore. Il gioco della Fiorentina di Sousa è lento e macchinoso, sterile di gol e l'allenatore non sembra riuscire a trasmettere voglia e sicurezza ai suoi, che sembrano scendere in campo senza alcun tipo di agonismo. La condizione fisica sembra essere ancora arretrata, colpa probabilmente di una preparazione atletica gestita male in estate dall'allenatore portoghese e dal suo staff. Le prossime uscite saranno decisive per il futuro del tecnico, dalla trasferta europea a quella di Cagliari passa il futuro di Sousa. Pantaleo Corvino in un'intervista ha difeso a spada tratta il proprio allenatore, dichiarando di doversi concentrare in primis sul riportare vigore all'interno dello spogliatoio. E' chiaro però che Sousa non possa più sbagliare, non a caso comincia già a circolare il nome di Stefano Pioli.