"L’amore è eterno finchè dura...". Questo è il titolo di un noto film di Carlo Verdone. Un diktat che potrebbe estendersi a numerosi contesti della vita reale; lo sport su tutti. Alessandro Matri spera di aver trovato la sistemazione definitiva, al Sassuolo. "Ho intenzione di diventare un punto fermo per questa squadra - spiega l'ex alle colonne della Gazzetta dello Sport - Il mister Di Francesco mi ha spiegato i dettami per i miei movimenti, che coincidono con le mie caratteristiche. Mi auguro di assimilare in fretta i dettami per entrare al meglio nei meccanismi della squadra".
Durante il suo vagare, Matri, ha incontrato diversi allenatori. Probabilmente chi lo ha aiutato a crescere è stato Max Allegri: "Con lui ho un grande rapporto da sempre. Tatticamente è un maestro, ma soprattutto è capace di trasmettere serenità nei momenti difficili come ha dimostrato anche l’anno scorso nella Juventus". E su Antonio Conte: "Probabilmente ha fatto cose uniche, impensabili. Ha messo in campo cattivera e agonismo ottenendo grandi risultati. E’ sempre concentratissimo, Allegri magari stempera di più".
Tra i ricordi più importanti, Matri, ricorda il gol siglato in Europa al Celtic Park di Glasgow: "Un ricordo che mi mette ancora i brividi oggi - sottolinea l'ex Milan - Ricordo il tremendo boato alla fine dell’inno della Champions. Lo stadio che mi mette i brividi? Il Camp Nou, ma perché oltre allo stadio imponente c’era anche una squadra fortissima dall'altra parte. Però io preferisco il Bernabeu: purtroppo per me lì sono stato solo in tribuna".
Sfogliando il passato, Matri, si sofferma sulla Juventus e sul Milan: "In bianconero mi sono trovato bene, era una seconda famiglia. Invece al Milan ho deluso le aspettative. Su di me c'erano pressioni perchè sono stato pagato 12 milioni, ma non era colpa mia. Da lì il mio vagare in Italia. Io avevo solo voglia di giocare".
Matri chiude con un pensiero sui 14 anni di carriera: "Nei momenti bui mi sono aggrappato alla mia famiglia - spiega - Per fortuna mi sono ripreso dopo tanti momenti di fragilità. Avrei potuto e voluto fare di più. Ho un obiettivo: i 100 gol in Serie A. Adesso sono a 79. Notorietà? Provo ad andare lontano dall'Italia per ritagliarmi i miei spazi oppure dai miei genitori, lì sono Alessandro..."