Nella giornata di ieri Silvio Berlusconi ha di fatto annunciato la fine di un'era durata per 30 anni alla guida del Milan. I cinesi sono pronti ad entrare con prepotenza nel mondo rossonero e la firma del preliminare il prossimo 12 Luglio è uno dei passi fondamentali, prima del passaggio definitivo che avverrà a fine Settembre.
Arrigo Sacchi è stato uno degli uomini più importanti del Milan degli ultimi decenni e alla Gazzetta dello Sport racconta il suo Berlusconi: "Lo scriva, mi raccomando: io fino a quando non vedo il contratto firmato non ci credo. Per me il Milan è Silvio Berlusconi e mi sembra impossibile che debba andare via, che abbia davvero scelto di farlo. Ma a questo punto deve pensare a se stesso e alla sua salute. Credo che ci siano stati tanti fattori a indurlo a pensare di poter lasciare il Milan. Ma se lo farà, lo farà davvero togliendo una parte di se stesso. Ho visto un uomo prendere tranquillanti per resistere, tanto viveva una partita importante. Era molto coinvolto, sempre. Ha il Milan sotto la pelle, per questo non è facile separarsene."
Un'uscita di scena forse sottotono, ben diversa dal suo arrivo nel mondo del calcio come ricorda ancora Sacchi: "Il suo avvento nel calcio è stato un evento simile a quello che potrebbe succedere se in uno stagno arriva una valanga. Ribalta tutto. Alla fine degli anni Ottanta era così, era tutto fermo. E Silvio era avanti di parecchio. Tempo fa ho cenato con Rijkaard che mi ha detto: ‘Sa, parlavo con Van Basten l’altro giorno e ragionavamo sul Milan. Eravamo avanti di dieci anni’. E io ho risposto: ‘Ti sbagli, erano venti’. Berlusconi ha portato nel calcio italiano cose inimmaginabili in quel periodo e anche dopo. E il calcio italiano lo rimpiangerà. Lo rimpiangeranno tutti, anche quelli che per anni non hanno capito o hanno fatto finta di non capire l’impatto delle sue idee su un calcio immobile."