Ospite alla Domenica Sportiva, Roberto Mancini si divide tra presente e futuro, Inter e Nazionale. La conversazione trova linfa nel duello tra Inter e Roma, con i giallorossi - in chiaroscuro di recente - chiamati a difendere un bottino ora ridotto a 4 punti. 

A Roma, l'atmosfera ribolle sull'asse Totti - Spalletti. Il Capitano salva la lupa al tramonto, poi un diverbio con il tecnico. Mancini commenta l'accaduto e ricorda il suo rapporto con le guide in panchina. 

"Da giocatore ho sempre avuto allenatori con i quali c'è sempre stato il massimo rispetto. Poteva esserci qualcosa quando non condividevo delle scelte, ma finiva lì. La stessa cosa da allenatore. Non so cosa sia successo oggi fra Totti e Spalletti, poi sono cose da spogliatoio e spesso si esagera. Io con Osvaldo? Non è successo niente di grave".

Inevitabile l'analisi del match di San Siro. 2-0 rotondo al Napoli, un'Inter solida, come non si vedeva da tempo. A protezione della retroguardia, una cerniera di ferro, con Medel e Kondogbia a oscurare la manovra partenopea, davanti un Icardi di lusso. Il successo aumenta i rimpianti, una flessione nei mesi scorsi all'apparenza fatale. Mancini traccia comunque un bilancio positivo, aldilà della posizione in classifica. 

"Non so se sia stata la migliore Inter della stagione, sicuramente è stata un'ottima partita contro una grande squadra che sta facendo un grande campionato. Averla battuta e averle concesso poche chance per fare gol è una cosa positiva. Il mio 6? Parlavo prima di Frosinone anche per i due mesi dove abbiamo perso dei punti a volte in maniera stupida e altre immeritatamente, ma comunque li abbiamo persi. Battere poi la Juve e il Napoli ti dà qualcosa di importante a livello di spinta, vedremo cosa faremo mercoledì contro il Genoa che non ha niente da perdere. Il mio rimpianto per la Champions? Non ho rimpianti, penso che dobbiamo aspettare la fine per vedere dove saremo. Ma credo che anche se non dovessimo arrivare terzi sarebbe una stagione positiva, perché l'Inter ha iniziato a vedere la stada giusta, come giocatori e punti fermi".

L'assenza di Higuain è elemento rilevante, ma il tecnico ricorda le ottime prestazioni offerte contro l'undici di Sarri, sia al San Paolo - nella gara d'andata - sia nel confronto in Tim Cup. 

"Sicuramente Higuain fa la differenza, perché fa un gol a partita. Quest'anno abbiamo giocato tre volte contro il Napoli, abbiamo sofferto solo nel primo tempo della gara d'andata, poi nel secondo tempo abbiamo dominato in dieci uomini rischiando di pareggiare, mentre in Coppa Italia abbiamo vinto a Napoli".

Un mezzo piede oltre la linea azzurra. Icardi è in off-side in occasione della prima segnatura. Difficile valutare a velocità normale. Parte da qui il dibattito sulla moviola in campo. 

"Col Torino ci voleva sul rigore di Nagatomo. Dico che non sarà semplice. Io sono per l'errore dell'arbitro, non dell'assistente o dell'arbitro di porta. L'arbitro può sbagliare e fare le cose giuste. In molte situazioni quest'anno sono stati incoerenti. Per me la moviola porterà dei problemi. Gli errori in Atletico-Barça? Quello fa parte del gioco. Già nel campionato italiano ci sono tantissimi fischi, con la moviola iniziamo alle 20.45 e finiamo chissà quando".

Conte è pronto all'avventura londinese dopo la rassegna continentale, Mancini candida profili d'esperienza per la panchina della Nazionale. 

"Per esperienza il più adatto è il Trap. Già l'ha fatto? C'è anche Donadoni che già l'ha fatto".

Chiusura su Thohir e Moratti, presente e passato. Parole d'elogio per entrambi, Moratti è il ricordo di dolci successi, Thohir un manager a tutto tondo, un uomo d'affari attento a muoversi nel labirinto del fair play finanziario, perfetto per ricostruire un gruppo vincente. 

"Lui è il presidente, se lo dice lui... Io ho detto che abbiamo un ricco budget perché me lo chiedevano sempre, così invece avrebbero avuto da scrivere per due-tre giorni. La situazione è quella che si sa, c'è da fare attenzione e servono sforzi per cercare i giusti giocatori. Il passaggio da Moratti a Thohir? Sono due persone diverse, anche di età diversa, spero che quella di Thohir possa essere un'Inter vincente come quella di Moratti, ma ora ci vuole un po' più di tempo e ci vuole pazienza. Se resto? L'ha detto il presidente... Moratti è stata una persona importante. Mi ha dato l'opportunità di allenare l'Inter. Sono rimasto quattro anni e abbiamo vinto sette trofei. Chi dei due sento di più? Ogni tanto sento Moratti anche per salutarlo, con Thohir ci sentiamo tutte le settimane".