L’Inter c’è e ci crede. La squadra, chiamata a confermare quanto di buono fatto e dimostrato in Coppa Italia, risponde presente. Un uno-due in pochi minuti che denota la voglia di riprendersi il terzo posto. Poi la “sbandata” dei minuti finali della prima frazione, quasi una consuetudine, purtroppo, (Vazquez libero in area di rigore) che porta all’intervallo sul 2-1.
La ripresa, a parte i primi 10 minuti, è ottima, con la presenza continua dei neroazzurri nella metà-campo avversaria, alla ricerca del gol per chiudere ed archiviare la pratica. Questo viene siglato dall’indemoniato Ivan Perisic su cross dalla destra di capitan Mauro Icardi. Minuti finali di pura amministrazione per Kondogbia e compagni che portano a casa una vittoria meritata e fondamentale.
Finalmente, verrebbe da dire, un’Inter grintosa, vogliosa, che aggredisce ogni pallone con la convinzione d’essere una grande squadra. L’incredibile prestazione in Coppa Italia, contro la Juventus, sembra aver dato la scintilla ai ragazzi di Mancini che appaiono totalmente rigenerati. Ci sono ancora presenti alcuni, passatemi il termine, cali di “tensione”, che potrebbero portare conseguenze peggiori contro squadre di maggior caratura. Bisogna imparare a stare concentrati ed uniti per l’intero arco della partita. L’Inter sembra stia “imboccando” la giusta via.
Il reparto offensivo, con gli interpreti cambiati rispetto al match contro i bianconeri (Palacio per Eder), sforna una prestazione sostanziosa e convincente. Perisic macina chilometri su chilometri, mettendo a ferro e fuoco letteralmente la retroguardia rosanero con i suoi strappi e doppi passi. Ljajic, che afferma nel post-partita: “Ho messo la testa a posto”, svaria sull’intero fronte offensivo. Il serbo parte largo, nel 4-4-2 iniziale, accentrandosi spesso come in occasione del gol: “Il mister voleva che partissi largo per poi accentrarmi spesso” aggiunge Adem.
Degne di nota anche le prestazioni di Palacio (continuo sacrificio per l’argentino che sfiora anche il gol) ed Icardi (4 gol in 6 partite per il capitano, che sigla la rete del raddoppio mantenendo la sua “fama” di killer dell’area di rigore, insaccando in spaccata alle spalle di Sorrentino. Per lui 12 gol su 20 tiri, che dire, mostruoso).
Per quanto riguarda la mediana, a parte la certezza Medel ed i buoni 35 minuti di Brozovic (apparso un po' più confusionario del solito), c'è da annotare la crescita di Geoffrey Kondogbia.
Il 23enne francese appare in netta crescita nelle ultime uscite, inizia a dimostrare il suo vero valore. Inizio di stagione non semplice per lui, che si è dovuto adattare ad un calcio totalmente differente da quello francese o spagnolo (Siviglia e Monaco le sue precedenti squadre) sia per la preparazione estiva sia per il metodo di gioco. Inoltre aveva ed ha ancora tutt'oggi sulle spalle l'etichetta di "Mister 30/35 milioni", che sicuramente può pesare, ma magari può essere anche uno stimolo. Sicuramente dalla sua ha la giovane età ed ampi spazi di miglioramento per diventare un campione. La classe ce l'ha e la sta facendo uscire partita dopo partita, nei disimpegni e nei dribbling a discapito degli avversari. La continuità sta arrivando, dopo un inizio tra campo e panchina, ed i risultati non mancano. Il futuro è lui (uno dei migliori prospetti del panorama mondiale) e lo sarà per molto tempo.
La squadra convince i tifosi e Mancini tira un sospiro di sollievo. La difesa, escluso lo "sbandamento" in occasione del gol di Vazquez, regge contro le poche sfuriate da parte della banda di Iachini. Nagatomo spinge sull'out di sinistra alternandosi e cercando triangolazioni con Perisic. Meno spinta sull'out opposto dove D'Ambrosio preferisce mantenersi stabile nella linea a 4, lasciando Palacio libero di "correre".
In conclusione la Beneamata pare ritrovata, con la grinta giusta per la rincorsa alla Champions ora distante 5 punti. Sabato il Bologna (Stadio Giuseppe Meazza di Milano, ore 20.45) e poi lo scontro diretto contro la Roma, all'Olimpico, per continuare a crescere e confermarsi.