Sarà una domenica sera di fuoco per i cuori nerazzurri. La trasferta è di quelle proibitive: lo Juventus Stadium, espugnato solamente nel lontano 2012. La squadra di Roberto Mancini vuole dare un seguito alla buona vittoria contro la Samp, ma l'avversario non resterà a guardare. La Juve di Allegri ha fame, voglia di rivincita. Il secondo tempo col Bayern ha dato lustro ad una creatura primordiale (si fa per dire) ma con un futuro più che roseo all'orizzonte. Riprendere la marcia in campionato sarebbe il modo migliore per allungare definitivamente sul Napoli secondo. In coppa, qualche settimana fa, non c'è stata storia ma le fatiche di Champions potrebbero farsi sentire e risultare decisive. Non c'è spazio per riflettere, il derby d'Italia chiama alle armi i suoi protagonisti.

Mentre Thohir cerca soci per il club dalla scrivania, Mancini i suoi alleati li avrà sul rettangolo verde. Il trucco sta nello scegliere quelli giusti, soprattutto in attacco. In linea di massima sarà un'Inter speculare a quella vista sabato sera, con qualche cambiamento complici squalifiche e defezioni varie. Centrocampo fisico e esterni veloci per fermare la Juve schiacciasassi. Fondamentale sarà vincere i duelli sulle fasce, chiunque saranno gli interpreti (Biabiany e Perisic favoriti) ci sarà da faticare. In mezzo al campo la fisicità prevale sulla qualità (vista anche l'assenza di Brozovic) ed è l'unica arma da opporre ai piedi fatati di Pogba e compagni. Di fronte anche il grande ex Hernanes, apparso in buona condizione martedì sera e chiamato a sostituire Marchisio. Capitan Icardi e il neoacquisto Eder (in ballottagio col sempreverde Palacio) se la vedranno con la miglior difesa del nostro campionato. Maurito, quando vede bianconero, sa come accendersi ma domenica sera servirà qualcosa in più e (soprattutto) servirà l'aiuto dei compagni.

Inter-Juve è anche Mancini contro Allegri, due campioni di stile ed estetica che sanno come si vince e hanno una certa dimestichezza con i big match. Prototipi del tecnico italiano moderno: carisma, "internazionalità" e aplomb fuori dal comune. La sfida sarà in panchina, prima che in campo.

Il tecnico livornese ha le sue gatte da pelare, essendo alle prese con l'ennesimo infortunio (Marchisio, out una settimana) e con l'obbligo di tornare a vincere dopo la pausa bolognese. Ma il campionato entra nel vivo e non sono ammessi errori. La cavalcata trionfale, dal 2-1 col Torino ad oggi, non avrà alcun valore senza i tre punti nel derby d'Italia. Papabile il ritorno all'agognato 3-5-2, con Alex Sandro pronto a far respirare Evra. L'ex di turno Hernanes sarà della partita, in ogni modulo e in ogni caso, la sua voglia di rivalsa potrebbe essere decisiva. Davanti, ovviamente, la 'Joya' Dybala e la sua chioccia Mandzukic (apparso in ripresa coi bavaresi) che resta insidiato da Alvaro Morata. Poche chance per Zaza che, come Ljajic e Jovetic, potrà sfruttare la sua qualità a partita in corso. 

La spunterà chi avrà più coraggio, chi avrà meno paura di perdere. Il derby d'Italia è, tradizionalmente, una delle partite più sentite dell'anno. Una partita in cui la carica emotiva viene da sè, e il fuoco della passione ti arde dentro. Un fuoco che il Mancio dovrà accendere nei suoi giocatori, uno per uno, spinti dall'attaccamento morboso dei propri tifosi. Un fuoco che se alimentato porterà l'Inter al terzo posto. Un fuoco che non va assolutamente spento, per non rischiare di rimanere assiderati, visto che in Europa farà molto più caldo.