Un tweet di Icardi apre uno spiraglio nel ritiro nerazzurro. Lavoro duro, un messaggio che certifica la volontà di invertire la rotta, che tranquillizza - in parte - chi segue le sorti del gruppo. Sabato - in notturna - la Samp approda al Meazza, per un confronto un tempo nobile, oggi sbiadito. Piange Montella, non può sorridere Mancini. Al tramonto, una sentenza, per entrambi.

Il morale, in casa Inter, non è certo dei migliori, alle difficoltà caratteriali, di concentrazione, si affianca ora anche una povertà di uomini, specie nel settore di mezzo, snobbato in sede di mercato e ora fonte dei mali del club. Via Guarin, direzione Cina, nessun innesto. La contemporanea squalifica di Medel e Kondogbia, riduce ora il numero di centrali a disposizione di Mancini a tre, con Gnoukouri lontano nella "graduatoria" del tecnico ormai da mesi. Il rientro di Melo garantisce la presenza di un mastino d'esperienza, al suo fianco il tuttofare Brozovic, di recente spaesato, un punto interrogativo, uno dei tanti.

Ampia la gamma di scelta sul fronte esterni. Mancini può svariare da un più attento 4-4-2 - con giocatori come Perisic e Biabiany dediti alla corsa e al sacrificio - a un più propositivo 4-2-3-1, con una linea alle spalle di Icardi composta dal croato, da Eder e dal positivo Palacio. La contemporanea presenza dei tenori d'attacco rischia però di sbilanciare la squadra in avanti, accentuando le carenze nella zona mediana. Azzardo o attesa?

Di certo occorre un segnale forte, agli uomini in primis. Da qui, il possibile rischia-tutto, 90 minuti in cui decidere con chi proseguire il cammino. In panchina Jovetic, al momento non nei piani dell'Inter, e Ljajic. Il serbo è perfetto per il 4-2-3-1 del Mancio, ha qualità e ama la giocata, ma la sua quotazione è in ribasso. Può essere la sorpresa?

Dietro un solo quesito da risolvere. Senza Telles, occorre coprire la corsia mancina. Nagatomo può agire anche a sinistra, con D'Ambrosio nuovamente protagonista a destra. Handanovic tra i pali, al centro la consolidata coppia Miranda - Murillo.