Gli effetti collaterali della sindrome da "unoazero" si sono ripresentati L'Inter prende gol nei minuti di recupero come contro il Sassuolo. Un'Inter, di fatto, mai veramente in palla e mai veramente convincente. Il Carpi sfodera un'ottima prestazione spaventando i nerazzurri sin dalle prime battute. Il gol del redivivo Palacio e l'espulsione di Pasciuti avevano illuso il popolo interista, ma Kevin Lasagna non era d'accordo. L'uomo venuto dai bassifondi del pallone sentenzia Mancini e i suoi, per l'Inter se non è crisi poco ci manca. 

Pace fatta tra Sarri e Mancini (i due si sono addirittura scambiati dei doni) ma il tecnico di Jesi vuole mettere il fiato sul collo dei partenopei. E allora campo libero ad un'Inter camaleontica ma chiaramente offensiva. Per l'occasione, il Mancio rispolvera i terzini delle grandi occasioni (Telles e Montoya) e, con un occhio ai diffidati, completa il reparto con Juan Jesus e Murillo. Out Miranda. a centrocampo si rivede Felipe Melo (tira il fiato Medel) assieme a Brozovic. Il 4-4-2 si completa con i due esterni Ljajic e Perisic e la coppia argentina Icardi-Palacio.

IL Carpi è in ottima forma, il lavoro del suo allenatore si vede e inizia a dare i suoi frutti. Le ultime prestazioni confermano il trend positivo: a San Siro si gioca senza timore. Alla Scala del calcio, Castori non snatura i suoi schierando Belec in porta (ex di turno), difesa a tre composta da Zaccardo, Romagnoli e Suagher. Il folto centrocampo a 5 recita Letizia, Bianco, Crimi, Pasciuti e Martinho. Davanti la premiata ditta Mancosu-Mbakogu.

Il match si apre su ritmi pregevoli: il salvataggio sulla linea di Crimi (colpo di testa di palacio) e le due parate di Handanovic tengono alta la tensione. Il Carpi se la gioca, lottando e sgomitando in ogni zona di campo. L'Inter è spesso in difficoltà, chiusa nella sua area dagli uomini di Castori. Gli spunti di Ljajic, innescato da un ottimo Brozovic, tengono in apprensione la difesa ospite; ma Juan Jesus e Montoya (complice l'inattività) non fanno dormire sonni tranquilli ai tifosi nerazzurri. Al 39', però, l'Inter (come da programma) passa in vantaggio in un momento di stasi del match: dopo un'azione a dir poco confusa, è lesto il Trenza Palacio a portare in vantaggio i suoi. Il Carpi si era illuso troppo presto, i nerazzurri hanno messo in discesa la partita nel finale della prima frazione.

Mancini esce dal tunnel con un 3-5-2 per consolidare il vantaggio: fuori Telles e dentro Miranda, con i nuovi esterni Montoya e Perisic liberi di affondare. Castori risponde con Di Gaudio (che già aveva fatto male all'andata) e Lasagna. Ennesima conclusione di Perisic da fuori che impegna Belec all'alba del secondo tempo. Al 62' il portiere ospite risponde presente ad una conclusione di Felipe Melo. Spunto di Martinho per i biancorossi, ma Miranda lo mura in corner. La partita sembra incanalarsi nella direzione preferita dai nerazzurri che, tuttavia, non riescono a chiuderla complice la giornata di grazia di Vid Belec. Il ragazzone sloveno si esalta all' 82' con una doppia parata (stile Handanovic) su Melo e Palacio. Il rosso per Pasciuti, un minuto dopo, sembra spegnere le speranze degli ospiti, ma le sorprese sono dietro l'angolo. E allora  al 93' Kevin Lasagna, imbeccato in maniera superba da Bianco, taglia davanti a Juan Jesus e fa 1-1. Il cerchio si chiude e il ragazzo di San Benedetto Po si prende il suo giorno di gloria. E' una primo piatto amarissimo per Mancini che vede accentuarsi il proprio momento negativo permettendo a Napoli e (forse) Juve di allontanarsi ulteriormente. I fischi del pubblico completano il quadretto horror. Il cammino è ancora lungo, ma così proprio non va.