Nemanja Vidic saluta l'Inter, in netto anticipo. Contratto in scadenza a giugno, una stagione, fin qui, di rincorsa, per recuperare dall'operazione estiva - asportazione di un'ernia discale lombare - e rimettersi a disposizione del tecnico. La luce in fondo al tunnel, il graduale cammino verso il terreno di gioco. Il serbo si allena da giorni sul campo ed è fisicamente a posto, manca il ritmo partita, ma la condizione è buona. 

La scelta è quindi dettata dall'esigenza di giocarsi le ultime opportunità di carriera. Vidic ha ormai 33 anni e non può permettersi un ruolo da comprimario. Parte la caccia a un club in grado di offrirgli spazio e fiducia. L'Inter, nel comparto arretrato, conta sulle prestazioni di Murillo e Miranda, in alternativa Mancini può disporre di Juan e D'Ambrosio, senza dimenticare Ranocchia, altro oggetto di mercato, e Medel, più volte utilizzato da centrale. Concorrenza difficile da scalfire. 

Il ragazzo di Titovo Uzice lascia dopo un anno e mezzo in nerazzurro. La crescita tra Stella Rossa e Spartak, prima dell'approdo nel 2006 ad Old Trafford. Colonna portante dei successi dei diavoli rossi, roccia di una difesa senza falle. La scommessa Inter nel luglio del 2014, il difficile rapporto con Mazzarri, l'interpretazione problematica di una linea a tre complessa da digerire per un campione abituato ad altri dettami tattici. Spazio anche nel Mancini-bis, fino al termine dell'annata in archivio. Poi sotto i ferri, ora la dipartita. 

Rescissione consensuale, le strade si dividono, senza traumi. Vidic e l'Inter, in cerca di fortuna.