Dopo i botti del Capodanno e le abbuffate natalizie, è arrivato il momento di smaltire con il grande calcio di serie A. La giornata dell’Epifania, diciottesima del massimo campionato e penultima del girone di ritorno, offre subito un match interessante sul fronte della Roma biancoceleste, con la squadra di Pioli che sarà chiamata, nel suo Olimpico, ad affrontare i molto meno blasonati, sebbene tutt’altro che tranquilli, carpigiani di Fabrizio Castori.

Due squadre in crisi, che arrivano al primo incontro del 2016 con un bagaglio tutt’altro che incoraggiante. Sono 23 i punti della Lazio, il che significa decima posizione, ultimo posticino della parte sinistra della classifica, e, almeno per quanto riguarda il (non!) mercato fatto la scorsa estate, quel 6 meno meno in pagella che è tutto meno che sufficienza, ma che dà almeno l’illusione (vaga) che la strada intrapresa sia quella giusta. Dall’altra parte, tutt’altro che rassicurante la posizione di classifica del Carpi, che arriva all’Olimpico con 10 punti, frutto di 2 vittorie e 4 pareggi. Inutile dire che, alla voce “precedenti”, compare la griglia vuota delle partite mai disputate.

Qui Lazio

Stefano Pioli il panettone lo ha mangiato, anche se nella Capitale in molti incrociano le dita affinché se ne vada presto. Un boccone amaro, con la spada di Damocle dell’esonero che continua a penzolare implacabile sopra la sua testa. Per i pezzi grossi della società biancoceleste, contro gli emiliani del Carpi c’è solo un risultato ammissibile: la vittoria, magari anche memorabile nel gioco e nel numero dei gol. Sicuramente, un’arma a doppio taglio per il tecnico ex Bologna: avrà la fortuna, per salvare la panchina, di giocare un incontro decisamente alla portata; ma anche la sfortuna che nessun’altro risultato diverso dall’1 in schedina gli potrà essere perdonato. Per questo, nel 4-3-3 laziale, senza Biglia e Milinkovic-Savic, ci sarà bisogno di una riscossa da parte di tutti i titolari: Cataldi in mezzo, a fianco di Onazi e Parolo, e Matri avanti, ancora in ballottaggio sia con Djordjevic che con Klose, sono le uniche possibili novità del modulo, che farà affidamento poi sugli effettivi che si sono fin qui dimostrati più validi. Appello a Candreva e Felipe Anderson: la rinascita delle Aquile dovrà partire da loro.

Qui Carpi

Anno nuovo, vita nuova. Fabrizio Castori, il tenace allenatore di San Severino Marche che prima di arrivare la serie A si è fatto la gavetta praticamente in ogni serie minore, sa che per poter competere a questi livelli bisogna dare qualcosa in più. Il 2016 potrà essere l’anno della svolta, per quella favola emiliana che, di questo passo, rischia di rimanere una bella storia incompleta. Portare a casa punti dall’Olimpico di Roma è il primo obiettivo per riuscire a dare l’assalto a quel quartultimo posto che, a ventuno giornate dalla fine dei giochi, è lontano ma non irraggiungibile. 5-3-2 senza fronzoli quello del tecnico marchigiano, con Lasagna a supporto dell’unica prima punta, ancora in forse. Senza Matos, saranno Borriello e Mabakogu a giocarsi un posto da titolare per guidare l’attacco. Assenti i due luogotenenti Bubnjic e Fedele.

Occhio a…

Per la Lazio, puntiamo su un inizio di anno made in Italy: Candreva e Matri gli uomini su cui puntare, con il secondo che ha il suo “Mitra” puntato verso una bella prestazione che, perché no, lo potrebbe anche riportare alla corte di Max Allegri a Torino. Per il Carpi, Pasciuti dovrebbe partire titolare. Gli basta un gol per essere l’unico della storia ad aver segnato dalla serie D alla serie A. E chissà che la magia del Natale non abbia ancora qualcosa da regalarci…