Come ogni fine anno si tirano le somme e si fanno progetti per l’anno che verrà. Spesso il risultato non è quello sperato. Come nel caso del Milan: troppe delusioni da gennaio ad oggi, un arco privo di soddisfazioni, dove il diavolo non ha conquistato alcun trofeo e non ha centrato gli obiettivi stabiliti. Un’annata davvero da dimenticare per i rossoneri che hanno chiuso la passata stagione al decimo posto e fuori dalle Coppe. Nel 1998 l'ultima fermata senza partecipazione a Champions League e Coppa UEFA. Un'anomalia per una squadra che vanta 18 Campionati e 7 Champions fra i trofei più importanti. Parlando in numeri, sono state 61 le gare giocate dal Milan nell’anno 2015. Il bilancio totale parla di 30 vittorie, 12 pareggi e 19 sconfitte, con 110 reti realizzate e 70 subite.
È oramai qualche anno, però, che la squadra rossonera è protagonista di stagioni non esaltanti e anzi deludenti, il tutto è iniziato dallo smantellamento della squadra nell’estate del 2012, dopo l’ultimo trionfo in Serie A. Per il Milan, oltre al livello sportivo, c’è una macchia che è più grande delle delusioni patite dai rossoneri su un rettangolo di gioco: la mancata costruzione dello stadio di proprietà. Voluto da Barbara Berlusconi - con il bando al Portello - poi il dietrofront della dirigenza di via Aldo Rossi a causa di costi non preventivati e ritenuti troppo eccessivi. Poi altra magagna tutt’altro che positiva, l’arrivo di Mr.Bee: il passaggio ufficiale di quote non c’è ancora stato e il closing tarda ad arrivare. Quello del diavolo è stato certamente un anno più nero che rosso.
L'ERA DI PIPPO INZAGHI - Il primo anno da allenatore. Una rapida scalata da allenatore partita dagli Allievi del Milan e culminata con l'incarico per la Prima squadra. Subentrato tra squilli di tromba al reietto Clarence Seedorf. Eppure a inizio stagione i presupposti erano più che buoni: la dolce illusione con la vittoria al debutto in campionato aveva fatto ben sperare. E poi? Sì, sono arrivati dei buoni risultati (ben pochi se vogliamo esseri sinceri), alternati a clamorose sconfitte. Neanche i prestiti a gennaio di Cerci e Destro hanno aiutato e il Milan ha finito il campionato in decima posizione, come fosse una provinciale, con Inzaghi virtualmente sfiduciato già a metà stagione da una società che evidentemente non credeva più in lui a causa dei pessimi risultati raccolti dalla squadra nell'ultimo anno. Non era preventivabile che una storia d'amore bella e intensa, iniziata nel 2001 e durata fino a giugno, prima in campo e poi in panchina, terminasse così. E' vero che non era del tutto colpa sua ed ecco perchè le sue gesta in campo non verranno cancellate da un anno difficile alla guida del suo Milan.
L'ARRIVO DEL SERGENTE SINISA.. - Sono stati 5 mesi e mezzo non certo facili per Sinisa Mihajlovic. II Milan ha speso tantissimo sul mercato ma ha toppato in più occasioni. Già basta ricordare che quest'estate sono stati spesi quasi 100 milioni di euro per Bacca e soprattutto per i desideri dell’ex tecnico della Sampdoria, Romagnoli e Bertolacci. A fronte di investimenti in difesa e davanti, non si è pensato ad arricchire il centrocampo della qualità necessaria. Ecco perchè la squadra rossonera ha gattonato per i primi mesi, dove addirritura dopo la sconfitta del 21 novembre a Torino con la Juventus il club ha iniziato a pre-allertare Brocchi, tecnico della Primavera e molto stimato da Berlusconi. Il Milan ha continuato a presentare un gioco tutt’altro che efficace, a evidenziare un rendimento del tutto altalenante e a faticare a ottenere risultati convincenti. Dopo il pesante ko interno contro il Napoli qualcosa è cambiato: era troppo per un'allenatore che ha la fama di essere un sergente di ferro. Nelle settimane successive il tecnico serbo ha provato ad aggiustare nuovamente tutto, trovando la giusta quadratura, sono arrivate due importanti vittorie di fine dicembre sia in Coppa Italia che in campionato. Nonostante i risultati siano al di sotto delle aspettative, Sinisa può contare sul supporto della sua squadra. Ormai prossimi al giro di boa, i rossoneri sono al sesto posto in campionato, in zona Europa League, ma lontani ben sette punti dall’agognato terzo posto.
E IL 2016? - Da molti anni il Milan ha perso forse quel piglio che una volta lo faceva grande, che lo vedeva padroneggiare per mezza Europa. Un'anno che per fortuna terminerà tra poche ore con la speranza che il 2016 per i rossoneri sia molto più ricco di vittorie. Sarà compito di Sinisa Mihajlovic dover trovare quella continuità e fame di vittorie di cui un club blasonato e storico come il Milan ha bisogno per il passo successivo, il ritornare grandi. Per il bene del calcio italiano ci auguriamo che torni quello di quando Superpippo giocava, il Milan delle 7 Champions, il Milan che faceva gioire tutta Italia, perché chi ama il calcio non può non voler bene a questa squadra.