Passo dopo passo. Nemanja Vidic si allena - a pieno ritmo - da giorni, scherza con i compagni, ascolta i dettami del tecnico, insegue un ruolo non marginale nell'Inter attuale.
L'ultima apparizione risale all'annata in archivio - 16 maggio 2015, la Juventus vince 2-1 a Milano - in estate la scelta di operarsi all'ernia per ritrovare la miglior forma. La fiducia della società perno su cui poggiare la ripida risalita. Ora i primi bagliori, Vidic è pronto, a 34 anni sente di poter dare un contributo, anche alla miglior difesa d'Italia.
Dopo le fortune di Manchester, una stagione così così, sballottato in uno schieramento a tre non pienamente nelle corde, la voglia di dimostrare qualcosa, di spazzare via l'etichetta di bollito.
Il contratto è pesante, la cessione è improbabile. La retroguardia interista ribolle, in tanti sono sulla graticola - si parla del possibile addio di Ranocchia e Juan, per quel che riguarda la zona centrale - Vidic è invece intenzionato a rimanere, a giocarsi le poche occasioni a disposizione.
Minuti utili, per convincere Mancini, partendo da Doha. L'amichevole con il Psg è il primo passo di campo, per ri-assaporare - mesi dopo - sensazioni antiche. Un totem serbo da affiancare alla muraglia Murillo - Miranda, un colosso per fortificare la maginot nerazzurra.
"Sei mesi di lavoro da solo non sono stati facili - ha detto Vidic a Inter Channel - soprattutto mentalmente. Ma ora sto bene e sono pronto, sono felice di allenarmi con la squadra. L'operazione alla schiena è stata difficile, ma ora lavoro senza dolore e questo è molto importante. Spero di potermi definire come un nuovo acquisto. Voglio dare il mio contributo".