L'altro ieri hanno vinto Bologna e Palermo. Guardando la classifica la Lazio è a pari punti con la squadra di Donadoni, a meno uno dal Palermo dell'ex Ballardini. I biancocelesti distano cinque punti dal Frosinose terzultimo. Non ci vuole una scienza, dalle parti di Formello sanno che contro la Samp sarà come una finale. Può essere una finale nel vero senso della parola, come partita finale della gestione Pioli. Può essere anche una partita dalla quale ripartire. Tutto è nelle mani (anzi piedi) dei biancocelesti.
NEWS DA FORMELLO - Stefano Pioli, che sta lavorando molto a Formello (doppia seduta nella giornata di sabato), ha svolto ieri la rifinitura in vista della partita di stasera, che chiuderà la 15^ giornata di Serie A. L'idea del tecnico emiliano dovrebbe essere quella di ritornare al 4-2-3-1, senza riproporre il 4-4-2 che aveva dato esiti positivi nelle partite di Europa League. Il dubbio sulla fascia sinistra è Keita o Anderson. I numeri tendono tutti dalla parte del numero 14 laziale, l'uomo più pericoloso lì davanti anche se meno utilizzato rispetto al compagno di reparto. La Maravilla spera di convincere mister Pioli: con 53 attacchi condotti, 12 occasioni da gol create e 4 assist (oltre a una rete siglata) in 15 giornate, è lui il laziale più "pericoloso" a disposizione. In attacco il favorito è Miroslav Klose, rischio forfait per Basta, qualora non dovesse farcela spazio a Konko. I mediani saranno i soliti Biglia e Parolo, torna titolare Milinkovic sulla trequarti.
INVOLUZIONE - L'impressione è che la squadra giri intorno proprio al giocatore serbo, perchè è proprio Sergej a spostare gli schemi della Lazio. Senza di lui 4-4-2 perchè non può giocare nei due di centrocampo nè in zona laterale; senza di lui 4-3-3 perchè mezz'ala Pioli non lo vede. Quindi con Milinkovic si fa il 4-2-3-1 perchè il numero 21 laziale da trequartista agisce meglio. Può sembrare un ragionamento banale, ma formazioni alla mano è più che motivato.
E' da questa insistenza sul 4-2-3-1 che sorgono i maggiori dubbi sulle prestazioni non certo convincenti della "nuova" Lazio. L'anno scorso i biancocelesti erano una macchina quasi perfetta col 4-3-3. Assetto che garantiva ampiezza sulle fasce e pressing alto: ossia i due punti di forza della Lazio che non c'è più. Milinkovic è indubbiamente un giocatore di valore, con caratteristiche che però rischiano di essere poco producenti al gioco della Lazio. Infatti, anche quando la Lazio nella scorsa stagione ha giocato col 4-2-3-1, in quel ruolo agiva Stefano Mauri (9 gol al termine della stagione, Milinkovic fermo a 0).
Il centrocampista italiano ha caratteristiche nettamente diverse dal ragazzo serbo: prepende per attaccare lo spazio, si inserisce, crea spazi per i compagni. Milinkovic invece gioca spesso spalle alla porta, tende a venire a prendersi la palla piuttosto che attaccare zone di campo scoperte. E' forte fisicamente quindi Pioli giustamente lo sfrutta sulle palle aeree, ma rispetto a Mauri tende ad accentrare il gioco su di sè, talvolta rallentando la manovra. Mauri è stato, insieme ad Anderson, la vera punta di forza della Lazio dello scorso anno. Con Milinkovic non è la stessa cosa. Magari sarà meglio, chi lo sa. Da queste considerazioni, comunque, può nascere una delle tante possibili risposte all'involuzione della Lazio di Pioli.
QUI BOGLIASCO - Anche Montella sicuramente non se la ride, visto che la sua Sampdoria non ha ancora vinto, e nemmeno raccolto un punto. Le tre sconfitte in tre gare stanno complicando i piani, e domani sera all'Olimpico non sarà comunque una partita facile. Ancora qualche dubbio da sciogliere a partire dall'attacco, con Muriel insidiato da Cassano, mentre in mediana il ballottaggio è tra Fernando e Carbonero. Sicuri del posto Palombo davanti alla difesa, Barreto sul centro-sinistra e Soriano trequartista. Difesa a quattro con De Silvestri, Silvestre, Moisander e Zukanovic davanti a Viviano.