Samir Handanovic e l'Inter, un matrimonio forte, un'unione oggi salda, dopo le crepe del passato. Voci d'addio, pensieri di rottura, prima dell'inizio della stagione corrente. Il ritorno al vertice del club coincide con il ritorno in scena del forte portiere sloveno, ora convinto dell'esperienza attuale. L'Inter vive un ottimo momento e guarda dall'alto della classifica chi insegue. 

Io mi trovo benissimo, il clima è sereno, i tifosi ci lasciano lavorare senza ansie o stress. Io mi sto ambientando sempre più, c’è molto rispetto anche se i tifosi - come noi - sono ambiziosi. L’aria poi cambia con i risultati: con le vittorie cambia tutto, migliora le cose. Con il Napoli non meritavamo di perdere e noi non ci siamo disuniti”. 

La forza dell'Inter risiede nel settore di difesa, ricostruito dopo i problemi delle stagioni recenti. L'arrivo dell'esperto Miranda a compattare il reparto, la scommessa Murillo a completare un pacchetto centrale di primo piano. Mancini alterna, ai lati dei due, diversi prospetti, ma non concede riposo ai due giocatori su cui si basa l'undici attuale. La miglior difesa della Serie A. Per Handanovic, una questione mentale, non solo una questione tecnica. 

Sì, quest’anno l’Inter c’è. Ma non possiamo mollare di un centimetro, se sbagliamo un paio di partite possiamo perdere terreno e non va bene. Essere concentrati è l’unica maniera per vincere. In Italia non c’è mai nulla di facile, l’atteggiamento conta tantissimo”. 

La gara di domani riporta Samir al passato. L'Udinese e il Friuli, la maglia bianconera indossata 212 volte. Una fetta di carriera importante, una vetrina con finestra sul calcio che conta. 

Ho diverse sensazioni quando torno in Friuli. Io sono stato bene a Udine, mi sono trovato bene con la città e i tifosi. Ho molti amici, guardo sempre cosa fa, domenica dopo domenica. E’ normale che ogni quattro, cinque anni ci sia una flessione a causa del ricambio generazionale”. 

Un pensiero per Totò Di Natale, il giocatore di riferimento in casa Udinese. Dai propositi d'addio al ritorno al proscenio, il 10 ancora protagonista, contro lo scorrere delle lancette, almeno per questa annata. 

Con Di Natale ho giocato per tre anni e lui non sbaglia mai dentro l’area. Gli basta pochissimo per segnare, è veramente uno dei calciatori italiani più importanti degli ultimi tempi. Il ritiro? E’ qualcosa di personale, ma se non si sente di continuare, è giusto che lasci il calcio”. 

Handanovic evidenzia la forza dell'Inter, il gruppo insegue il medesimo obiettivo, ognuno lavora per la causa, senza isterismi individuali. L'Inter è solida, tremendamente concreta, concede poco all'estetica, ma raramente sbaglia la partita. 

Mi piace la compattezza e l’equilibrio, oltre alla presenza di tanto allenamento. Mi aspetto di continuare come sto facendo, di non perdere di vista i nostri obiettivi e di essere umili. Sabato sera farà freddo, ma il clima sarà molto caldo. Noi non dobbiamo sbagliare atteggiamento, quando giocano contro di noi tutti si vogliono mettere in mostra”. 

Chiosa per la Nazionale. Un addio ragionato, la chiusura di un'esperienza importante.

E’ stata una decisione personale, per me la Nazionale ha significato molto, ma non voglio parlarne oltre”.