Stevan Jovetic è a Milano, corre, senza forzare. Fari sul montenegrino, atteso al rientro nel match domenicale che contrappone Inter e Juventus. La mancata apparizione in Nazionale - panchina nella gara con l'Austria, saluti prima della sfda ininfluente in Russia - solleva l'ambiente nerazzurro. Una settimana di cure e allenamenti per smaltire le ultime tossine e recuperare un'adeguata condizione in vista del week-end. Quest'oggi, alla ripresa, primi sentori di derby d'Italia, con Mancini attento ai progressi di Jojo.
Forte la tentazione di rilanciare, dal primo minuto, il gioiello ex City. Jovetic è qualità, personalità, genio. Una carta che spariglia la mediocrità, che innalza la scarsa qualità della manovra, oscurando evidenti limiti d'impostazione. A cozzare contro l'azzardo, la tenuta del giocatore. Un mese ai box, un macigno da considerare in una sfida a toni alti. Possibile quindi una staffetta ragionata, con Palacio - uomo di sacrificio, un soldato affidabile - o Ljajic, acceso dalla Serbia e perfetto alter-ego del montenegrino. Decisione al tramonto, poche ore prima del fischio d'avvio.
Kondogbia - recuperato - attende invece la Signora per cancellare
Le notizie che giungono da lontano sono positive. Perisic segna e piace, Medel si allena, cancellando l'intossicazione alimentare, Santon è ristabilito. Permane un dubbio di uomini, con il rientro di Miranda nel settore di difesa. Medel scala a centrocampo? Chi alza bandiera bianca al cospetto del cileno? Risposte attese nella giornata di giovedì, quando Mancini spera di rivedere, al meglio, i nazionali.
Solo allora un bilancio definitivo, il primo reale banco di prova per la gara di San Siro. Inter - Juve, un classico rinnovato, ma dall'antico sapore.