Geoffrey Kondogbia traccia un primo bilancio. Dalla Ligue 1 alla Serie A, dalle luci di Monaco alla Scala di Milano. La sosta è il momento propizio per avvolgere il nastro e raccontare i primi mesi all'interno dell'ambiente Inter. Una scelta professionale, un passo avanti verso la consacrazione definitiva, con la mano di Roberto Mancini a costruire la trattativa più importante dell'estate nerazzurra. 

"La scelta migliore, ho appena cominciato a conoscere il campionato italiano e l'allenatore, ma credo che questo club a questo punto della mia carriera sia il progetto migliore per me, mi farà crescere e migliorare".

"Il mister è stato un grande calciatore, questo si sa e si vede ancora, è un grande personaggio e sono onorato che mi abbia scelto, cio che mi è piaciuto di più e ciò che mi ha detto. So che è un allenatore che fa crescere molto i giovani, mi ha contattato ed è stato fondamentale per la mia decisione".

L'elevato costo dell'operazione contribuisce ad innalzare l'asticella dell'attesa. L'Inter mette sul piatto fior di milioni per anticipare le grandi d'Europa, Kondogbia deve ora avvalorare lo sforzo del club, ripagando sul campo la fiducia della società. 

Ad inibire la forza del transalpino, una preparazione a singhiozzo. Le esigenze di mercato, economiche, portano l'Inter lontano. Allenamenti intensi, poi via in campo, per onorare impegni utili a rinverdire le casse. Kondogbia, abituato altrove ad altri ritmi, ne risente, serve tempo al colosso per affinare la condizione. 

Questione di singoli e di gruppo. La A propone domande diverse, non è entusiasmante, ma è estremamente competitiva, almeno dal punto di vista tattico. Rompere le catene altrui per conquistare la posta, come con Atalanta e Carpi. Impresa all'apparenza semplice, ma che nasconde insidie importanti. 

"Normale che si parli tanto di soldi, fa parte del lavoro della stampa, 2-3 anni fa tutto questo mi avrebbe stressato, mi avrebbe condizionato, adesso no. La cosa che ho patito di più è aver alternato allenamenti a lunghi viaggi durante la preparazione, non ero abituato a tutto questo e per me è stato un po' difficile. In Italia il campionato è molto più tattico, ci sono molte più squadre che aspettano dietro per non subire gol, quindi è più difficile costruire il proprio gioco e trovare spazi per segnare. Sto giocando in una posizione che conosco bene, anche se al Monaco giocavo in maniera un po' differente, ma questo mi permette di essere un po' più difensivo e migliorare sotto questo aspetto. Posso giocare anche nel 4-2-3-1, Mancini sa come farmi rendere al meglio".

Due successi per inaugurare al meglio la stagione, in attesa del derby. Giorni utili per migliorare l'intesa. Volti nuovi, giocatori di primo piano, talenti di prospettiva, un materiale importante, da levigare in vista di un ritorno ad alto livello. 

"Nelle prime due gare siamo stati una squadra solida e abbiamo conquistato sei punti, dobbiamo continuare a lavorare così, sono arrivati molti nuovi giocatori ed è necessario che la squadra sappia assimilare bene i nuovi acquisti e amalgamare il collettivo, ma siamo partiti bene e speriamo di continuare su questa strada. Melo? È un ottimo giocatore, ci può aiutare molto e sono contento che sia arrivato". 

Fonte Sky Sport