Inter 2.0. Da Brunico a Shanghai, un cambio netto, repentino, di location e di lavoro. La prima fase di preparazione, dedicata a un lavoro atletico, tattico, di gruppo, lascia spazio a un nuovo stadio, improntato su differenti concetti. La tournée asiatica sottopone all'Inter quesiti diversi. Cresce il livello degli avversari - martedì la sfida con il Bayern di Guardiola - cresce l'attenzione mediatica. La scelta di una trasferta lunga e faticosa non è casuale, l'Inter mette in cassa milioni pesanti e esporta il marchio nerazzurro ai confini del mondo, in territori di grande ricchezza, con un'attenzione crescente verso il calcio europeo. A confermare l'assunto, la ricca presenza di pubblico al primo allenamento della squadra.
Una seduta di scarico, data la lunghezza del trasferimento. Corsetta, qualche nozione dettata da Mancini con la consueta attenzione e infine classica partitella per mantenere alto il livello di competitività, per stuzzicare la voglia di mettersi in vetrina. Mancini chiede il massimo, è il punto primo sul taccuino del tecnico. Concentrazione, voglia di lottare anche nelle sedute giornaliere.
A Shanghai, c'è anche Erick Thohir. Il Presidente si avvicina alla squadra, per valutare i nuovo innesti, ma soprattutto per studiare le mosse di mercato. L'Inter è a un punto di svolta, il lavoro in entrata è al momento in stand by, perché prima occorre sfoltire la rosa. Shaqiri, presente in Cina, è l'indiziato numero uno. Esuberi in ogni settore per i nerazzurri, costretti a fronteggiare le scarse offerte fatte pervenire in sede.
L'incontro tra il Presidente e gli uomini di fiducia è in programma tra mercoledì e giovedì, prima spazio all'Inter, alla sfida di "cartello" contro il Bayern di Pep.