Jeison Murillo è nel calcio che conta da poco, ma ha le idee chiare. Titolare nella Colombia, uno dei pochi ad alzare il vessillo nazionale in una campagna non soddisfacente in Copa America, futuro perno dell'Inter di Mancini.
Le difficoltà della scorsa stagione portano l'Inter a ricostruire passo dopo passo il comparto arretrato. Il primo nome della nuova era è proprio quello di Jeison Murillo, bloccato a gennaio per 8 milioni. A seguire, Miranda e Montoya, in attesa di un possibile innesto a sinistra.
Nessun proclama, la ferma convinzione di potersi giocare una maglia fin da subito. Una piccola operazione al naso e poi via in campo, a Brunico, con i compagni.
"Spenderò anche l'ultima goccia di sudore che ho nel corpo per portare l'Inter ai vertici. Io un guerriero? Sono così, uno che dà tutto per la maglia che veste. Se mi sento un titolare? Bisogna essere sempre pronti nella vita, di certo lotterò per un posto, per poter avere la maglia subito ma poi è chiaro che a decidere sarà Mancini".
Il destino gioca un ruolo chiave nella storia calcistica di Murillo. Dai campi di periferia, che accolgono ragazzi di talento senza reali possibilità economiche, al progetto Inter Campus, fino al neroazzurro vivo, quello della massima serie.
"E' vero giocavo in una piccola squadretta nel mio paese che era legata all'Inter. La mia storia nasce così. Che numero scelgo? Il 24, perché ho sempre avuto quello e perché in Colombia è sinonimo di fortuna".
Non mancano grandi difensori da cui trarre spunto, nomi di peso da seguire e ricordare, ma Murillo rivendica la sua diversità. Personalità evidente, nessuna paura, nemmeno di Messi, il Dieci, limitato nello scontro in Copa con l'Argentina. Ora la Serie A, un campionato di difficile interpretazione, anche in un momento non straordinario per il calcio italiano.
"Chiunque cresca da difensore ha punti di riferimento grandi giocatori come Cordoba o Cannavaro. Io, di certo, vorrò crescere con l'obiettivo di avere una mia identità, di essere Jeison Murillo. I miei punti forti? Il tempismo, la rapidità e credo di adattarmi bene a tutte le situazioni tattiche. Ho marcato Messi in Copa America? Era già successo in campionato, è stato un privilegio poter giocare contro di lui ma adesso sono nel campionato italiano e mi sembra di capire che questa Inter è tatticamente molto forte. Se possiamo convivere io e Miranda? Vedremo quali sono le sue caratteristiche".
L'Inter da subito. Murillo sveste la maglia della Colombia e corre da Mancini, il futuro non può attendere. L'occasione è troppo ghiotta per rinviare l'esordio.
"Quando ti danno l'opportunità di andare in una grande squadra hai solo voglia di partecipare al gioco il prima possibile".
Il tecnico si gode la nuova linea centrale, da Ranocchia - Juan a Murillo - Miranda, l'Inter decolla partendo dalle retrovie.