A Brunico, l'Inter sfida il Carpi per valutare il lavoro svolto in ritiro, per tirare le somme su quanto provato e riprovato nelle intense sedute d'allenamento. Roberto Mancini, vigile, osserva a bordocampo, non lesina indicazioni, consigli, è coinvolto nel progetto ideato con l'avallo di Thohir. Un'amichevole di luglio non può fornire prove fondate, ma la strada intrapresa è giusta, lo si evince dall'atteggiamento in campo. L'Inter di queste prime uscite ha personalità, una chiara impronta offensiva e sceglie di attaccare in prima persona, accettando qualche rischio in fase di copertura.

Le migliori risposte dal comparto d'attacco. Icardi e Palacio, entrambi a segno. La condizione del primo soddisfa e permette di valutare con attenzione le proposte del mercato, senza l'assillo di chiudere in fretta a costi esorbitanti. Il secondo è ormai perfettamente calato nel nuovo ruolo di uomo squadra. Coinvolge i compagni, assiste, lotta, senza dimenticare il compito naturale di un centravanti.

Nella prima versione nerazzurra, 4-3-1-2, con Hernanes alle spalle del duo d'attacco. Il Profeta piace, per qualità e idee. Rinato sul finire della scorsa stagione, è arma importante per i mesi a venire. In mediana, la regia illuminata di Kovacic - passaggi brevi, pochi rischi, la palla che corre veloce, come vuole il tecnico - i movimenti coordinati di Brozovic, l'alto magistero di Kondogbia. Il francese, naturalmente non al top, dispensa giocate di qualità, "chiama" Palacio per il vantaggio, mostra doti di categoria superiore.

Nel reparto arretrato, qualche patema, ma segnali di crescita. La coppia Ranocchia - Juan convince il giusto, ma il futuro porta altri nomi - oggi la presentazione di Murillo - splende invece la stellina Dimarco, talento della Primavera, alla prima ribalta su un palcoscenico importante. Dimarco da una parte, D'Ambrosio dall'altra, un chiaro segnale a Santon e Nagatomo, in campo solo nella ripresa.

Mancini richiama i "titolari" all'intervallo e concede spazio a diversi giovani. Si vede Montoya, Gnoukouri si sistema in mediana, davanti il rientrante Longo. L'ultimo gol dell'Inter, il quarto, porta la firma dell'ex Cagliari. La partita termina 4-2 (Palacio, Icardi, Hernanes, Longo per l'Inter, Lasagna e Matos per il Carpi), ma più del punteggio contano le sensazioni. Shaqiri assiste da fuori, il messaggio è chiaro. Lo svizzero non rientra nei piani del club e i soldi servono per finalizzare l'operazione Perisic.

L'Inter cresce, Mancini tira dritto, è la stagione del rilancio.