Mauro Tassotti, un tassello fondamentale del Milan vincente di Silvio Berlusconi. Prima con le sue giocate sulla fascia destra, poi con il passaggio in panchina. Mai, però, da primo allenatore, ma sempre come vice di tanti nomi importanti che si sono succeduti nel tempo. Ora, in un' intervista al Corriere della Sera, Tassotti racconta quello che sarà il suo nuovo incarico:
"Seguire il percorso di crescita dei ragazzi in prestito ad altri club. Comprendere se sono pronti per tornare in prima squadra o se hanno bisogno di migliorare ancora. Diciamo che vogliamo evitare che in futuro si verifichino altri casi Darmian. Era del nostro settore giovanile, ora sta andando al Manchester United per 20 milioni. Oddio, avrei continuato ad allenare senza problemi. Non avevo desiderio di cambiare e non avevo messo in preventivo un mutamento. Però è normale che quando arriva un nuovo tecnico, lo segua il suo staff. Galliani mi ha proposto tre opzioni, questa mi è piaciuta subito. Dopo quattro anni nelle giovanili, ebbi l’occasione di andare via. Mi chiamò qualche società tra cui il Chievo, ma decisi di rimanere non volendo allontanarmi da Milano anche per i miei figli. Poi iniziai da vice di Ancelotti e fui appagato da quel ruolo. In quegli anni vincemmo tutto.
Il mio accostato alla panchina del Milan? Sì, ma concretamente non mi è stata mai formulata la proposta. Che ovviamente avrei accettato. Seedorf aveva il diritto di scegliere i suoi collaboratori. Terminati i sei mesi di lavoro però me ne sarei andato. Diciamo che abbiamo avuto più questioni di forma che di sostanza. Sono stato felice di lavorare con Pippo Inzaghi. Poi lui si trovava meglio a relazionarsi con Andrea Maldera ma non ne ho fatto un dramma. Di certo per la Juve sarà più difficile primeggiare con il Milan e l’Inter che si sono rafforzate. Romagnoli mi piace, ma in generale dico che per tornare ai livelli di un tempo serve un centrale di spessore."