Xherdan Shaqiri e l'Inter, da gennaio ad oggi, risultati altalenanti, obiettivi sfumati, dall'Europa al campionato, la voglia, di Shaqiri e dell'Inter, di risalire la china, un progetto comune, che si dipana in questi mesi per ripartire con più forza con la stagione a venire, la prima vera del Mancini bis. Lo svizzero non ripudia la scelta del mercato di riparazione, con l'addio al ricco Bayern di Guardiola, per un'esperienza diversa, più difficile, ma anche più stimolante. Nel parterre di stelle bavarese, Shaqiri vede il campo a singhiozzo, all'Inter è il punto fermo, di riferimento, il giocatore da seguire, in campo e fuori. Mancini affida a Shaqiri le chiavi della trequarti, esperienza, talento, desiderio di vittoria. Le cose non vanno bene, ma Shaqiri non si tocca, ci mette impegno e aiuta i compagni, Podolski i primis. Il tedesco, giunto in prestito per sei mesi, sembra in parabola discendente, non trova lo sprint giusto, dal punto di vista fisico soprattutto. Imballato, non incide, fatica a mettersi in moto, le gambe non riescono a partorire le idee della mente. Il tecnico prova a lanciarlo, per far rifiatare Palacio, per non perderlo definitivamente, ma ogni volta è un passo indietro.
"Porteremo il club al livello a cui appartiene. L'Inter - afferma Shaqiri - per me è la soluzione perfetta, perché è importante che trovi il ritmo e che giochi con continuità. Sento ancora più fiducia in me stesso. E questo avrà un impatto positivo sulle mie prestazioni in campo".
"Tutto può volgere rapidamente verso l'altra direzione", questo l'augurio di Shaqiri a Lukas Podolski.
In un'intervista, rilasciata invece nei giorni scorsi alla radio Srf e a Tageswoche, Shaqiri conferma la permanenza a Milano anche in futuro “La squadra non è al livello del Bayern, ma è quello che volevo io e voglio riportarlo ai fasti del passato. Rimarrò qui, decisamente. I nerazzurri mi hanno dato le migliori prospettive con un allenatore decisamente all’altezza. Abbiamo un progetto e vogliamo portare l’Inter là dove merita di stare e io voglio dare una mano perché questo accada”.
Ora la sosta, poi il rientro in campionato con il Parma. L'Inter attende il rientro di Shaqiri e degli altri nazionali, si procede un passo alla volta, senza tabelle e disegni scritti. L'Europa dista nove lunghezze, a dieci giornate dal termine un'enormità. Thohir, nervoso, chiede un finale al'altezza, un segnale per indirizzare il futuro. Shaqiri sprinta, vuole l'Inter, ad ogni costo.