Roberto Mancini e l'Inter, un binomio destinato a proseguire anche la prossima stagione. Il tecnico, impegnato nella conferenza di vigilia, conferma la voglia di continuare in nerazzurro, aldilà di evidenti problemi e scarsi risultati. Il momento negativo è lo sprone a continuare, cercando, se possibile, di migliorare, riportare l'Inter a un ruolo da protagonista. Il futuro è roseo, perché Mancini e Thohir condividono impressioni e progetti.
Alle porte la Sampdoria, una gara difficile, a Marassi, contro un allenatore di spessore, un "amico" per dirla con Mancini. Sinisa e la Samp, ricordi e successi, esperienze di campo e di vita. Non una partita come le altre per Mancini, una partita delicata, da vincere, per alimentare la fiammella della rimonta. L'aritmetica non condanna l'Inter e l'Europa League resta importante per prestigio e denaro.
"Sinisa è come un fratello, cosa ha in più di me? Direi l'età, perché è più giovane... Se dovesse sedersi sulla panchina del Milan sarei felice per lui e ne approfitterei per vederlo più spesso. Fare questo lavoro all'Inter è molto stimolante, credo che il club troverà risorse per fare una squadra competitiva. Sono tanti anni che la classifica non è quella solita, non è questo il dna dell'Inter. Con giocatori di esperienza tutti miglioreranno. Resto convinto che la prossima stagione saremo al vertice, anche perché faremo tesoro di queste esperienze, potremo svolgere il ritiro estivo che è fondamentale e arriveranno giocatori che aiuteranno quelli che già sono qui. Ma ora dobbiamo pensare soltanto alle prossime undici gare di campionato. Con 33 punti in ballo può ancora succedere di tutto. E l'Europa League rimane indispensabile, perché oltre a tutto può aprirci altre strade. Se poi non ci qualificassimo, come farebbe la società a trovare le risorse per operare sul mercato? Dopo troppi piazzamenti, sono sicuro che verranno trovati i mezzi per tornare in alto".
Con il Wolfsburg una sconfitta pesante, ma non del tutto inattesa. Non basta l'idea di rimonta per concretizzare un'impresa, attualmente sono troppe le difficoltà della squadra. L'impegno c'è, ma gli errori pesano nel processo di crescita.
"Ribadisco che i ragazzi ce la mettono tutta, anche se forse giovedì dopo l'1-1 speravo che riuscissero a gettare il cuore oltre all'ostacolo. Ci sono situazioni in cui si mettono da parte tecnica e tattica per tirare fuori qualcosa in più. Non ci siamo riusciti, peccato".
Il finale è un augurio, all'Inter, a se stesso "Quando ho vinto il titolo in Premier col City, rimontando lo United, ci siamo sbloccati proprio quando sembravamo rassegnati ed evidentemente ci siamo tolti un freno. Chissà...".