Il calendario non concede soste e forse è meglio così. Giocare, con continuità, è l'unico modo per dimenticare pensieri e difficoltà. L'Inter, fuori dall'Europa e in ritardo in campionato, va a Genova, a casa di un ex interista, Sinisa Mihajlovic. La Samp, reduce dal successo all'Olimpico contro i resti della Roma, è in salute, e il serbo, con la nuova quadratura offensiva - la fisicità di Okaka, la rapidità di Eder, la superiore conoscenza calcistica di Eto'o e la carta Muriel a partita in corso - sogna addirittura l'Europa che conta.
Mancini attende dai suoi una prova importante, almeno a livello emotivo. Una risposta ai fischi e alle critiche, 90 minuti di carattere, aldilà del risultato. Qualche cambio obbligato rispetto alla Coppa, perché l'Europa League, amara, prosciuga energie mentali e fisiche. Brozovic e Podolski - indisponibili in Europa - scaldano i motori. Il serbo si affianca al duo Medel - Guarin in mediana, mentre il tedesco, positivo nello scampolo casalingo col Cesena, si pone a supporto di Icardi. Turno probabile di riposo per Palacio.
Sulla trequarti, ballottaggio Kovacic - Shaqiri. Molto dipende dalla condizione dello svizzero. Giusto non rischiare il giocatore dal primo minuto, se persiste il pericolo di una possibile ricaduta. Staffetta alle porte.
In difesa qualche dubbio in più. D'Ambrosio torna titolare al posto di Campagnaro, mentre il cruccio di Mancini è nel mezzo. Juan Jesus viene da un momento negativo, costellato da imperfezioni e concentrazione latente, ma, col reparto a quattro, l'allenatore è restio ad affidarsi alla coppia Vidic - Ranocchia. L'ex Manchester è visto come alternativa al capitano, non al brasiliano.
Tra i pali, invece, certo il ritorno dal primo minuto di Handanovic, dopo la parentesi Carrizo col Wolfsburg.