Tutto in una notte. San Siro ospita il ritorno degli ottavi di Europa League, l'Inter attende il Wolfsburg, per una rimonta difficile. L'ulteriore passo falso col Cesena, reso ancor più pesante dai successi di Fiorentina, Lazio e Sampdoria, condanna l'Inter a un'anonima posizione in classifica, e la vecchia Coppa Uefa è l'unica via per respirare, la prossima stagione, aria da Champions. Si parte dall'1-3 maturato in Germania, figlio del gol in avvio di Palacio e degli errori pesanti del reparto arretrato nerazzurro, figlio soprattutto di un atteggiamento eccessivamente timoroso, soprattutto nella seconda parte di gara.
Quella casalinga deve essere un'Inter diversa, improntata ad offendere, con costrutto. Interpretare con intelligenza i novanta minuti, punendo le lacune del Wolfsburg, prestando attenzione a non lasciare spazio alla rapidità di Schurrle e De Bruyne, a non esporre il fianco alle potenzialità offensive dei tedeschi. Un gol chiuderebbe probabilmente i conti, ecco perché l'Inter deve tornare ad abbassare la saracinesca difensiva, stringere le redini nella zona centrale.
Mancini "Io sono sempre ottimista, credo che finché c'è speranza si deve provare. Bisogna vincere 2-0, possiamo farlo, sarebbe una grande cosa, giochiamo contro una squadra forte, ma credo sia possibile passare il turno. Abbiamo bisogno di una serata importante che ci dia anche morale per le prossime 11 partite di campionato".
Le prossime ore risultano decisive per Shaqiri. L'impressione, come raccontato stamane, è che il tecnico punti a portare il giocatore in panchina, lanciandolo in campo solo con la qualificazione in bilico. Lo svizzero sta svolgendo una leggera seduta, a ritmi bassi, testando la reazione della coscia sinistra "Shaqiri? Valutiamo adesso, in queste ore. Sta abbastanza bene, parleremo coi dottori: se c'è il rischio di perderlo per molto tempo non se ne parla, ma vediamo come sta, valutiamo, mancano più di 24 ore alla gara...".
Testa, fortuna, storia, parte da qui Mancini "Fare 2-0 è possibile, bisogna difendere bene, fare una gara intelligente e avere anche un po' di fortuna: in una partita può succedere di tutto, certamente bisognerà essere forti. Io ci credo per tre motivi: perché in tutte le coppe vinte ci sono state rimonte clamorose, perché una serata senza errori prima o poi deve capitare e perché i giocatori vogliono una serata così".
Il tecnico spegne le sirene d'addio, il futuro è nerazzurro, anche in caso di fallimento "Rimarrò qui per costruire un'Inter che possa vincere nei prossimi anni", l'ultimo augurio è per Kovacic "Spero possa essere determinante, gli servirebbe".
Ad accompagnare Mancini, Carrizo, il maggior imputato per la sconfitta dell'andata. "Non sento affatto pressione: sono tranquillo e sereno, dispiaciuto per quello che è successo visto che la squadra stava facendo bene ma senza ansie perché sono convinto che faremo una grande partita. Dobbiamo tirare fuori ogni cosa: se non ci credessi non mi presenterei nemmeno. Gli ostacoli, nella vita, vanno superati".