Lazio-Napoli 0-1, i biancocelesi perdono lo scontro diretto per avvicinarsi con prepotenza alla zona Champions, tanta delusione, un'altra occasione perduta. Questa partita, però, ha un sapore particolare e difficilmente sarà dimenticata da un ragazzo nato, cresciuto a Roma e laziale fin da bambino: Danilo Cataldi, classe 1994, entra al 36' del secondo tempo al posto di Parolo e fa il suo esordio in Serie A davanti al suo pubblico. Poi viene riproposto contro il Milan il 24 Gennaio e da quel momento diventerà una pedina fondamentale nello scacchiere di Stefano Pioli, sarà infatti sempre titolare. L'assenza di Lulic lo ha sicuramente agevolato, ma lui ha saputo cogliere l'occasione, intensificando così la concorrenza a centrocampo e attribuendosi un ruolo da protagonista. Danilo lo descrivono un ragazzo umile, legato alla famiglia, che si comporta senza eccessi, tanta dedizione e professionalità, e quei piedi che fa parlare più di qualsiasi altra cosa.
Lui nasce calcisticamente nell'Ottavia, squadra di Roma Nord, vicino a dove abita, sulla Cassia. All'età di 11 anni va a giocare nella Lazio, scalando tutti i piani delle giovanili, per diventare capitano della squadra Primavera (con cui vincerà uno scudetto, che ha tatuato sul braccio). La stessa estate, nel 2013, viene convocato per il ritiro di Auronzo con la prima squadra, per poi andare in prestito al Crotone. L'esperienza nella serie cadetta lo formerà notevolemente (35 presenze e 4 gol), allora la Lazio decide inserirlo nella rosa della stagione 2014/15. Il resto è storia recente: grinta, classe e personalità da veterano, lo hanno reso un pilastro della squadra di Pioli, tanto da attirare l'attenzione di Antonio Conte; può giocare da mezz'ala come da regista basso, ma ha anche fatto il trequartista. Nel 4-3-3 di Pioli gioca a destra al fianco di Biglia, col quale si confronta molto, 'rubando' preziosi consigli. Non eccede in dribbling, non fa della velocità la sua arma vincente, è un calciatore intelligente, che calibra ogni sua giocata, sbagliando rare volte.
Fa piacere parlare di un giovane talento italiano sbocciato nel nostro campionato, esempio che non è impossibile, con una buona dose di fiducia, far emergere i calciatori nostrani, senza che si vada per forza a pescare all'estero. Danilo, delle sue tante qualità, ne ha una in particolare: i calci di punizione. I tifosi della Lazio lo sognano con la fascia da capitano al braccio, intanto aspettano il suo primo gol biancoceleste, magari chissà, proprio su punizione.
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