Inter e Lazio erano alla vigilia due squadre simili: più rodata la squadra biancoceleste, tecnicamente più forte quella nerazzurra. Il risultato è stato lo spettacolo, alimentato da due compagini votate a un gioco veloce e d'attacco. L'ultima partita ufficiale dell'anno porta con sé tanti spunti positivi, a partire da un gioco a sprazzi incisivo e convincente, da un Kovacic che illumina la manovra e un Palácio che interrompe un digiuno dal gol durato 225 giorni.
"La squadra deve lavorare e continuare a migliorare". Da questo punto di vista il Mancio e la sua creatura hanno raggiunto l'obiettivo. La distrazione, la leggerezza, l'errore, possono cancellare in pochi istanti tutti i tuoi buoni propositi. Il primo tempo vede una Lazio arrembante, pericolosa, tagliente, difficile da arginare. È mancata la squadra padrona di casa, timida nell'aggredire l'avversario, poco fredda nel contrastare le scorribande di Lulic e Felipe Anderson.
La partita la conducono per lunghi tratti i nerazzurri e se nella gestione Mazzarri i secondi 45 minuti erano di pura apnea, la ripresa di Inter-Lazio sancisce la rinascita nerazzurra. Difesa alta, fraseggio rapido, spinta degli esterni e controllo quasi assoluto della gara. Gli automatismi non sono perfetti, sarebbe assurdo il contrario, ma l'Inter c'è, lotta, gioca bene e ritrova il suo goleador.
Tra Cerci e Lucas Leiva il vero acquisto interista potrebbe essere proprio Palácio, autore comunque di una prova più che sufficiente a prescindere dalla realizzazione. La pausa natalizia arriva nel momento migliore. Questa Inter può solo crescere e migliorare.