Roberto Mancini sorride, in barba a momento e risultati. L'ottimismo è la miglior medicina, crederci, anche nei momenti più oscuri. Thohir ha scelto il Mancio per quella sua aria positiva, propositiva, in campo e fuori. Niente mugugni o musi lunghi, si affrontano i problemi, a testa alta. L'Inter che si scioglie di fronte a un'Udinese quasi pronta ad alzare bandiera bianca non può essere una grande squadra, lo sa Mancini. Quella pimpante, convinta, della prima frazione può invece diventarlo. Lì, nel mezzo, c'è il punto di rottura, l'attimo fatale. La prima difficoltà è il momento di separazione tra le due versioni. Manca quello all'Inter, la capacità di reagire, di assorbire senza cadere le normali problematiche offerte da una partita "Dobbiamo tenere il più possibile il match in mano, la squadra deve stare calma e penso che, dopo aver lavorato da un po', i ragazzi avranno tantissimo da dare. Daremo soddisfazioni, anche se ci sono limiti. Ma sono quei momenti in cui si cerca di cambiare, ed è normale che possano accadere questi episodi. Occorre reagire, ma ci riusciremo. Ne sono convinto".

"La squadra dopo 10' nel secondo tempo è diventata troppo lunga, abbiamo concesso 3-4 contropiede all'Udinese. L'Inter deve aver coraggio di attaccare, rimanendo alta. Quello che conta è l'atteggiamento, posso anche cambiare il ruolo a qualche uomo, ma non cambia nulla".

La prima vittoria del Mancini-bis stenta ad arrivare, ma il tecnico non ridimensiona le aspettative, alzando l'asticella verso la Champions, per non indebolire lo status di una squadra vittima spesso di paure e dubbi, ma anche per quanto osservato, con piacere, durante le sedute di allenamento "E' la prima volta che mi capita di vedere così tanto apprendimento nei miei ragazzi in poco tempo. Sono convinto che lotteremo per il terzo posto e per l'Europa League. Lo spogliatoio non deve abbattersi, deve essere sempre allegro. Questo è la base per fare bene".

"Domani sarà un match difficile, ma dobbiamo continuare nel nostro percorso di crescita. Abbiamo perso contro l'Udinese, ma la strada è quella giusta. Faremo bene in futuro, dobbiamo fare qualcosa di speciale e continuare così".

Una carezza a Palacio, oggi l'ombra del centravanti totale della scorsa stagione, e una chiusura, in chiave mercato, a Balotelli "Devo ringraziarlo perché è a disposizione. Ha un problema alla caviglia da tempo, dal periodo del Mondiale, e non è al 100%. Avendo più giocatori probabilmente l'avrei tenuto fuori, ma devo ringraziarlo per esserci pur non facendo ancora gol. Spero possa guarire completamente durante la sosta e mi auguro possa far bene lo stesso. Abbiamo, in ogni caso, tanti giocatori che possono segnare, capita che gli attaccanti non riescano ad andare in rete".

(Su Balo) "Ci siamo sentiti l'ultima volta circa due anni fa. Io sono un suo tifoso, gli voglio bene e la mia speranza è di vederlo felice, lasciando da parte tutto quello che non conta".

Interessante, infine, la presentazione della gara con il Chievo, il netto rifiuto di un successo a scapito del gioco. Solo vincendo attraverso un progetto di calcio si può puntare a traguardi ambiziosi "Noi dobbiamo fare dei punti e continuare con la nostra idea di gioco se vogliamo intraprendere un progetto. Dobbiamo cambiare qualcosa nettamente, non possiamo vincere giocando malissimo senza avere un'idea di gioco. Questo no. La partita non sarà semplice. Il Chievo è in serie positiva, ma dipenderà da noi".